La verità su Rai Way

Marianna Rizzini

E’ il giorno in cui il cda Rai, come da nota dello stesso, “prende atto, alla luce del quadro normativo vigente”, dell’Opas di EiTowers su Rai Way. Ed è il giorno in cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi ricorda che quella è un’operazione “di mercato” e non un’operazione “politica”.

Roma. E’ il giorno in cui il cda Rai, come da nota dello stesso, “prende atto, alla luce del quadro normativo vigente”, dell’Opas di EiTowers su Rai Way. Ed è il giorno in cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi ricorda che quella è un’operazione “di mercato” e non un’operazione “politica”, e che il governo resta ancorato al decreto del settembre 2014, quello con cui si esprimeva la volontà di mantenere il controllo del 51 per cento di Rai Way. Eppure gli operatori si domandano se lo stare sul mercato sia compatibile con quel tetto del 51 per cento (non presente in altri paesi europei), e se davvero l’operazione sia “di mercato”, visto il gran parlare politico attorno alla resurrezione del patto del Nazareno e all’aleggiare dello spettro del Caimano come negli anni di furiosa contrapposizione tra blocchi (proB. contro noB). Interpellato in proposito, il sottosegretario alle Telecomunicazioni Antonello Giacomelli dice al Foglio che, “proprio alla luce del quadro normativo, l’operazione è impraticabile” e che “la valutazione sull’opportunità o meno di un paletto al 51 per cento gli osservatori avrebbero dovuto farla nel momento in cui abbiamo determinato le condizioni della quotazione in Borsa, quando abbiamo dovuto anche rispondere a osservazioni critiche che parlavano di ‘svendita’”. In quell’occasione il governo, dice Giacomelli, “aveva previsto che la quotazione di Rai Way sarebbe stata un successo, ma aveva detto chiaramente che il controllo pubblico sarebbe rimasto il parametro. L’idea era dinamizzare Rai Way per farne una protagonista. E la quotazione è andata benissimo. Trovo soprendente che si voglia leggere l’operazione in chiave di morte o resurrezione del Nazareno”.

 

Eppure gli oppositori (anche interni) a questo la riconducono. “Vorrei far rilevare a chi nel Pd ha questi sospetti”, dice Giacomelli, “che prima della quotazione Rai Way era relegata in un angolo, non disturbava nessun competitor privato. Con questo governo, invece, è diventata protagonista. Forse allora bisognerebbe prendersela con chi, prima, l’ha tenuta fuori dal mercato”.

 

[**Video_box_2**]Di Rai si parla, in questi giorni (e ieri in cda) anche a livello di riassetto editoriale e di governance, visti pure i primi passi compiuti dal dg Luigi Gubitosi. Che cosa succederà dopo? Giacomelli, pur apprezzando “il lavoro fatto dal vertice Rai in termini di bilancio, innovazione tecnologica e gestione”, trova che, ferma restando l’“urgenza di un piano editoriale più coraggioso”, l’azione di Gubitosi sia “un testimone da passare a chi verrà dopo”. Intanto il governo pensa a una discussione Parlamento, nelle prossime settimane e mesi, su tre livelli: “Canone, governance e soprattutto rinnovo della convenzione, per ridefinire che cosa sia oggi il servizio pubblico e quale sia la mission della Rai”. Resta il paradosso di un Renzi (quello del “fuori i partiti dalla Rai”) che si ritrova in casa un muro di resistenza anche partititica in nome della difesa dall’ex nemico Caimano. “Una tensione tra spinta al cambiamento e conservazione attraversa tutti i partiti, compreso il nostro”, dice Giacomelli, “ma l’idea del governo non è quella di rendere il servizio pubblico una sorta di ‘estraneo’. L’idea è quella di spezzare la quotidianità del rapporto tra partiti e Rai, che fa male a entrambi”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.