Tariq Ramadan ed Edwy Plenel

La vita da conferenzieri pro islam di Edwy Plenel e Tariq Ramadan

Mauro Zanon

C’è una nuova coppia che fa strage di cuori nei salotti del Tout-Paris. E’ affiatata, è chic, è richiestissima e applauditissima, è dalla parte giusta dello scacchiere politico e rappresenta soprattutto l’inveramento del sogno nascosto di molti intellò della Parigi che conta: l’alleanza tra

Parigi. C’è una nuova coppia che fa strage di cuori nei salotti del Tout-Paris. E’ affiatata, è chic, è richiestissima e applauditissima, è dalla parte giusta dello scacchiere politico e rappresenta soprattutto l’inveramento del sogno nascosto di molti intellò della Parigi che conta: l’alleanza tra un islamista moderno e un trotzkista di successo. Stiamo parlando dell’amour fou tra Tariq Ramadan, controverso intellettuale islamico che piace alla sinistra europea, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani Hasan al Banna, e Edwy Plenel, patron de presse e fondatore del seguitissimo sito Mediapart. La barba curata di “Frère Tariq” (del pensatore svizzero e apologeta dell’“européanisation de l’islam”; la giornalista Caroline Fourest ha scritto che è il “più pericoloso degli estremisti”) ha incontrato il baffo staliniano di “Père Plenel” (Copyright Causeur, per il suo continuo sermoneggiare) nella lotta contro quella che definiscono la “normalizzazione del discorso islamofobo” e contro i “predicatori dell’odio” Houellebecq, Zemmour, De Benoist e Camus. Si piacevano da molto tempo, si lanciavano messaggi di solidarietà e fratellanza (musulmana), ma l’amore tra Tariq e Edwy è sbocciato solo da pochi mesi.

 

Entrambi hanno appena dato alle stampe due libri sull’islam che attraverso prismi differenti giungono alle stesse conclusioni: in “De l’islam et des musulmans” Ramadan promuove l’idea di un islam protagonista in Europa, valore aggiunto e non spina nel fianco dell’occidente, e di “cittadini musulmani” in equilibrio tra République e sharia; in “Pour les musulmans” Plenel propina il solito panegirico sull’occidente brutto e cattivo, colpevole di tutto, che stigmatizza i poveri musulmani e li ghettizza nelle banlieue. Il sito d’inchieste Mondafrique parla di “union sacrée” tra Ramadan e Plenel e racconta di come la loro passione sia ora talmente forte da portarli a predicare in giro per la Francia e l’Europa mano nella mano. Hanno iniziato un mese fa a Bretigny-sur-Orge, nella banlieue parigina, ma la platea era perlopiù composta da giornalisti e bòbò, anche in ragione del prezzo del biglietto, cinquanta euro, decisamente fuori portata per i giovani delle periferie (e pensare che il tema era: “Le difficoltà della gioventù musulmana di Francia”). La conferenza, sponsorizzata da diverse associazioni comunitarie musulmane, tra le quali “France Manassik”, tour operator specializzato nei pellegrinaggi alla Mecca, è stata principalmente animata dai due intellò che hanno promosso le loro opere e discettato attorno al “diritto all’inserimento lavorativo per tutti”. Ma i due non sembrano volersi fermare ai confini francesi.

 

[**Video_box_2**]Così, come riporta Mondafrique, il prossimo 15 marzo Tariq ed Edwy voleranno a Bruxelles per sedurre la umma, sullo sfondo di una conferenza intitolata “L’islam e i dilemmi etici contemporanei”, accanto ad altri venti intellettuali provenienti da ogni angolo terrestre. L’organizzatore? Il Centre de recherche pour la législation islamique et l’éthique (Cile), dietro cui c’è il Qatar, paese che con la democrazia e la libertà d’espressione di cui Plenel vuole essere il paladino ha, diciamo così, qualche problema di dimestichezza. Ma con Tariq, ora, è amore vero, e tutto cambia. Poco importano al difensore dei diritti dell’uomo Plenel i finanziamenti degli emiri che con il terrorismo islamico hanno rapporti ambigui: quello che conta è sedurre, sbalordire, accanto al suo nuovo compagno di prediche. Il direttore di Médiapart naturalmente non dà notizia della conferenza nel suo seguitissimo sito, forse perché è troppo impegnato a tenere aggiornate le sue liste di proscrizione e a scagliare anatemi. Nessuno però osi condannare uno della sua confraternita di probiviri, tra i quali ora figura anche Tariq Ramadan.