La narrazione cool e patinata di Society, nuovo magazine francese contro l'“infobesità”

Mauro Zanon

Contro le articolesse sulla morte imminente della carta stampata e i quanti ogni giorno ci ammorbano con algoritmi e big data sul trionfo dell’editoria digitale, arriva dalla Francia uno sberleffo.

Parigi. Contro le articolesse sulla morte imminente della carta stampata e i quanti ogni giorno ci ammorbano con algoritmi e big data sul trionfo dell’editoria digitale, arriva dalla Francia uno sberleffo cool, un grido energico per dire all’occidente travolto dall’impalpabilità dell’informazione fruibile su schermo che la carta stampata è più viva che mai: si chiama Society, arriva oggi nelle edicole francesi al prezzo modico di tre euro e novanta, e si propone come il “quindicinale in libertà” che vuole ringiovanire il mercato polveroso dei newsmag in Francia.

 

Society presenta un’estetica curata e contenuti inconsueti che non si trovano nei “vecchi” Obs, Point e Express, con l’obiettivo di accaparrarsi la fetta di lettori tra i venticinque e i quarantacinque anni. C’è spazio per un ritratto saporito del magnate Brandon Wade, creatore di Seeking Arrangement, sito di incontri che mette in relazione uomini facoltosi (Sugar daddies) e giovani ragazze voluttuose in cerca di lusso e piacere (Sugar babies) e per un’intervista sbottonata all’ex primo ministro François Fillon, per un reportage in crociera con dei metallari e per i karaoke dell’orrore a Manila, per un’inchiesta sul successo di Victoria Beckham e un approfondimento sul “Pablo Escobar 2.0”, Ross Ulbrickt, ritenuto colpevole dalla giustizia americana di aver organizzato un immenso traffico di droga tramite il sito internet Silk Road, sorta di eBay del narcotraffico.

 

“Facciamo le riviste che ci piacerebbe leggere”, ha detto Franck Annese, fondatore e presidente del gruppo So Press, attraverso il quale ha reso più godibile la stampa sportiva francese, creando So Foot (2003) – che è un po’ come la rivista Undici qui da noi – poi ha rinvigorito il moribondo settore delle riviste cinematografiche con Sofilm (2012) e ora vuole scuotere il mondo dei magazine di attualità. Perché un quindicinale? “Avete appena il tempo di arrivare alla metà di un settimanale che il numero successivo è già in edicola. Il ritmo quindicinale permette di prendere maggiormente le distanze dall’attuallità. Siamo nel tempo della narrazione”, ha spiegato Annese.

 

In lotta contro quel “mostro”, si legge nell’editoriale, che è l’“infobesità”, Society conta di registrare 10.000 abbonati entro un anno. Tremila e cinquecento abbonamenti sono già stati venduti prima del suo lancio, grazie a una campagna sul sito di finanziamento partecipativo KissKissBankBank. “Il lettore è il nervo della guerra – dice Annese – È lui il vero commesso viaggiatore: se ha amato il magazine, lo ricomprerà e ne parlerà alle persone che gli stanno attorno”. Annese ha appena 37 anni, è inseparabile dal suo berretto hipster e dalla sua “bande de potes”, gruppo di amici storici tutti parigini come lui con i quali vuole dare un nuovo scossone al mercato della stampa francese. Dal suo ufficio, innestato in un ex teatro dell’undicesimo arrondissement, sogna per Society lo stesso passaparola che ha determinato il successo delle sue due prime creature, So Foot e Sofilm: “Mi hanno detto: ‘Che follia lanciare un magazine!’ Penso invece che sia un buon momento. Tutti dicono che la carta è morta. Ma dipende dai punti di vista. I miei magazine registrano il +15% ogni anno”.

Di più su questi argomenti: