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Minority report

Il referendum in Irlanda e il peso delle parole

Giovanni Maddalena

Ciò che è “moderno” non è sempre giusto. Prima di parlare di libertà bisogna capire cosa è “bene”. I commenti hanno due assi principali: modernità e libertà, e hanno tutti un tono da battaglia religiosa. Ora, proviamo a ragionare. Innanzi tutto, a proposito dei toni, che cosa c’è in gioco.

Curiosi i commenti sull’approvazione irlandese dei matrimoni omosessuali. “Evoluzione”, “pionieri”, “contro il conservatorismo della chiesa cattolica”, “l’amore ha vinto” (Joe Biden, vicepresidente cattolico degli Stati Uniti), “fine dei tabù”, ecc.

 

I commenti hanno due assi principali: modernità e libertà, e hanno tutti un tono da battaglia religiosa. Ora, proviamo a ragionare. Innanzi tutto, a proposito dei toni, che cosa c’è in gioco. Ovviamente, non si tratta dell’amore sciorinato dal vicepresidente americano. Le preferenze sentimentali e l’esercizio della sessualità in occidente non sono affatto tema di discussione. Lo sono invece in tanti paesi di cultura islamica dove peccato e reato coincidono, un tipo di legislazione che in occidente è stata conosciuta solo per brevi tratti, in paesi protestanti. La chiesa cattolica ha sempre distinto (persino troppo) peccato e reato, tanto da permettere spesso impuniti stati diffusi di corruzione. Da questo punto di vista, modernissima. Quello che è in gioco invece è l’equiparazione civile di due tipi diversi di unione, con relativi vantaggi. C’è chi pensa che tale equiparazione non sia giusta perché le famiglie tradizionali portano il peso della continuazione della società e, dunque, debbano essere garantite più degli altri tipi di amore e altri che pensano che invece fare delle differenze tra coppie sia ingiusto e limitante. Non c’è nessuna battaglia di religione. Quello che la chiesa cattolica pensa dell’omosessualità è fuori discorso e, peraltro, se uno lo va a leggere abbastanza sorprendente. Invece, ciò che si discute è quale sia il fulcro della società civile.

 

Torniamo ai commenti. “Moderno” non significa necessariamente “bene” né tanto meno “vero”. Moderno significa solo che accade oggi ed è consono alla mentalità più diffusa. Purtroppo erano moderni anche i giochi dei gladiatori, il mercato degli schiavi, la distruzione sistematica delle chiese da parte dei giacobini (non molto diversi dallo Stato islamico, no?), la persecuzione degli armeni e quella degli ebrei, l’uso della bomba atomica. Che lo dicano tutti, o anche la maggioranza, è un buon motivo per accettare una legge in un paese democratico, ma di per sé non rende la legge buona. Modernissimo, almeno in Francia dove vivo in questo momento, il rifiuto degli immigrati. Gli stessi giornali che commentano unanimemente sulla modernità della decisione irlandese, si interrogano problematicamente sul fatto di accogliere o meno degli esseri umani in fin di vita in mezzo al mare. L’unica modernissima novità del caso irlandese è la signorile ammissione di sconfitta da parte del partito del “no”.

 

[**Video_box_2**]E veniamo alla questione profonda: la libertà. Qui sì che varrebbe la pena discutere. Dalla rivoluzione francese in avanti, libero si lega più a “giusto” che a “bene”. E “giusto” si traduce con “uguale”. I critici del pensiero liberale – uno per tutti, Michael Walzer, da sinistra – hanno spesso argomentato che questa equivalenza è altamente contestabile perché rende ogni valore oggetto di mercato. La distribuzione giusta della sanità o dell’educazione non può essere fatta in base agli stessi criteri dei dividendi di una società per azioni o dei biglietti di una partita di calcio. Per oggetti diversi, sfere di giustizia diverse: che è come dire, tornare a considerare che cosa è bene. “Beni sociali diversi devono essere distribuiti per ragioni diverse, secondo procedure diverse”. Queste sarebbero le discussioni importanti e da decidere con calma: qual è il bene in questione? L’amore, come dice Biden, o il peso rispetto alla continuazione di una società? E’ lo stesso tipo di coppia? Si garantisce la libertà uniformando i trattamenti? In alcuni casi sì – per esempio nel diritto di voto – in altri no – per esempio nelle tasse. Il rispetto della diversità, enorme ricchezza della società, è una questione profonda, che andrebbe ponderata con calma in un dialogo vero che cerchi di capire le esigenze e con la regola della prudenza, cioè aspettando che il tempo e la riflessione chiariscano le cose. Pensare, questo sì che sarebbe modernissimo.

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