Anche Churchill diventa uno spot per gruppi di pressione gay friendly
Roma. “Il matrimonio è stato per me l’evento più fausto e gioioso… Non avrei mai pensato che la vita normale potesse essere tanto interessante”. Così scriveva Winston Churchill alla moglie Clementine. Scrisse quasi ogni giorno alla sua “darling Clemmie”, e le sue lettere rivelarono sempre semplicità. “I love you so much”. “Mia preziosa, deliziosa Clemmie… non sarebbe bello, al mio ritorno, andare per qualche settimana in Italia o in Spagna, e dipingere e vagabondare al sole, lontano dal fragore delle armi o dai ragli del Parlamento”.
Adesso un grande storico, Michael Bloch, autore del volume “Closet Queens”, prende Churchill e lo getta nel mucchio gay friendly. Il grande statista inglese sarebbe in realtà un cripto omosessuale. Dietro al misogino Churchill, vulcanico ed eccentrico, facile all’ira come all’humour, corpulento, amante della buona tavola e della buona conversazione, ci sarebbe una queen. “Winston Churchill non avrebbe potuto essere un marito più fedele e non ha mai mostrato il minimo interesse romantico o sessuale per altri uomini”, replica sul Daily Mail lo storico Dominic Sandbrook. Bloch sostiene che erano omosessuali anche il liberale tardo vittoriano Lord Rosebery, il Tory edoardiano Arthur Balfour ed Edward Heath. In alcuni casi, le prove di Bloch sono inconfutabili. Ad esempio su Jeremy Thorpe, il leader liberale nei primi anni Settanta. Bloch suggerisce che fosse gay anche Enoch Powell, profeta thatcheriano che divenne famoso per la sua battaglia contro l’immigrazione, citando le lettere e le poesie che scriveva negli anni Trenta e Quaranta. Powell divenne un marito e un padre felice, la cui vita personale sembra essere stata del tutto convenzionale.
“Bloch è così desideroso di identificare i politici morti come omosessuali che mi chiedo se non sarebbe stato più facile scrivere un libro su quelli che egli riteneva eterosessuali”, risponde Sandbrook. “Sarebbe probabilmente stato molto più breve, perché agli occhi di Bloch, semplicemente dire ‘buongiorno’ a uno dei suoi colleghi potrebbe essere un segno rivelatore di devianza sessuale”. E’ lunga la serie di personaggi storici che sono stati recentemente “smascherati” come omosessuali segreti, da Alessandro Magno ad Abramo Lincoln. Pochi mesi fa è uscito negli Stati Uniti il libro di Larry Kramer, drammaturgo, sceneggiatore e saggista, “The American People”, in cui sostiene che Nixon, George Washington, Lincoln, Alexander Hamilton, ma anche Melville e Mark Twain, fossero in realtà tutti gay. “Ma anche se gli attivisti per i diritti dei gay si sono affrettati a rivendicare le figure storiche come modelli, la realtà è più complicata”, scrive Sandbrook. “Alessandro, Leonardo e Michelangelo sarebbero stati sicuramente sconcertati nello scoprire se stessi etichettati come gay, perché hanno vissuto in un’epoca in cui le persone non erano ordinatamente divise in due o tre categorie sessuali”.
[**Video_box_2**]Corsi universitari, soprattutto in America, si specializzano in quelli che chiamano “studi queer”, presentando autori come Jane Austen e Charles Dickens alla luce della teoria queer. Alcuni storici hanno anche cercato persino di omosessualizzare Riccardo Cuor di Leone, fino al punto di suggerire che avesse fatto sesso con il suo storico rivale, Filippo II di Francia. Un genere storiografico caratterizzato, scrive Sandbrook, da “un frivolo e sensazionalistico voyeurismo che riduce il passato a una serie di allusioni sessuali”. Ci mancava soltanto la trasformazione del più grande primo ministro inglese della storia, il duro che ha salvato l’Europa dal nazismo, in uno spot per gruppi di pressione gay friendly. Soprattutto, Churchill era capace di quel sarcasmo che sembra mancare ai moderni militanti del queer. Una fredda sera di novembre del 1958, un deputato conservatore, Ian Harvey, venne arrestato a St. James Park dopo che la polizia lo aveva beccato a fare sesso con una guardia. La notizia venne trasmessa a Sir Winston, che disse: “Nella notte più fredda dell’anno?”. E ridacchiò. “Ti rende orgoglioso di essere inglese”.
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