La solitudine dei numeri 3
Allora, niente pure stavolta? Occhei la gloria, c’è pure il videomessaggio di Beppe, che lo fa solo nelle occasioni importanti. Sul blog (un po’ spopolato, però: ieri pomeriggio, alle 19,29 solo 129 commenti alle parole di Beppe, che pure tutti abbracciava, oguno ringraziava). C’è il nuovo mantra del “reddito di cittadinanza”, oramai d’uopo premettere a ogni possibile uscir di fiato: “C’è il sole, oggi…”. “Che cazzo dici, senza il reddito di cittadinanza!”. Di gloria tanta, si diceva – sempre a mordicchiare le chiappe al secondo arrivato, certe volte pure al primo, l’aria rarefatta del podio, sempre a far da companatico al panino tra pesanti fette di pane casarecccio del fetido castismo nazionale. E’ la solitudine dei numeri terzi.
E allora, coraggio. “Siamo il primo partito in tre regioni!”, forza e coraggio, altre diciassette e il gioco è fatto. “Rivoluzione!”. Sempre la vecchia attrezzatura, sempre il solito trovarobato frequentato negli anni, il barocchetto del piccolo rivoluzionario. Come domandano su Repubblica all’esultante Fico: “Siete terzi col 20 per cento. Va bene così?”. E quello: “E’ fondamentalmente una vittoria…”. Fondamentalmente, apposta. A guardare bene. A fare attenzione. Quasi a lavorarci di fantasia. Fondamentalmente è parola istruttiva, a voler prendere esatte misure a quelli del cinquestellismo nazionale, che hanno ottime e buone ragioni per darsi arie e far mostra di contentezza (per proprio merito, per altrui coglionaggine) – essendo ormai istituzionalizzata al decimale l’esattezza della previsione che mezzo secolo faceva fa il sen. Bob Kennedy, di veltroniana memoria: “Il 20 per cento delle persone è comunque contrario a quasiasi cosa”. Fondamentalmente s’avanza, da casello a casello, ma sempre sul bordo autostradale ci si ferma. In solitudine. Pure lontani da qualsiasi autogrill. La solitudine dei numeri terzi.
L’altra parola – fondamentalmente fondamentale – è rivoluzione. “C’è una rivoluzione in atto”, dice Fico (parecchio più interessante e illuminante la sua intervista su Repubblica di qualunque proclama post urne di Beppe). Se la rivoluzione è in atto, chiaro che non c’è altro da fare che la rivoluzione stessa. S’avanza. Si marcia. Si lotta. Mica c’è tanto altro di cui discutere. Intese? Accordi? Assessorati (vade retro, come è successo in Puglia, ché il fantasma della “cozza pelosa” è lì che maligno rimira le chiappe della buona sorte)? Siam gente da simili cose, mentre facciamo simili sovvertimenti? Allonsa enfants – e non si accettino distrazioni d’altro tipo! Se volete, votateci il reddito di cittadinanza. Se volete, e a opportuna distanza. Sennò, non rompete le palle che noi andiamo, stiam rivoluzionando. Così, sempre guest star e mai star. E’ la solitudine dei numeri terzi.
Ormai quasi una vita politica a far rivoluzione, ad annunciare rivoluzione, a promettere rivoluzione, ma alla fine – a metter il capino fuori dell’onanismo della rete o dei baccanali in streaming – sempre da terzi si sta: come se si fosse mais rispetto al tonno (la famosa scatoletta), prezzemolo per l’ajo e ojo, dubbio tra trenette e fusilli per il pesto. Quesiti non disprezzabili, ma sempre non indispensabili. Come dice Fico (ma quante ne dice!), a conferma e a consolazione: “I nostri profili sono aumentati in follower”. Wow! E’ la solitudine dei numeri terzi.
[**Video_box_2**]Peraltro, è stata una campagna, quella cinquestelle, sempre con riferimenti diretti o indiretti a pizzerie e altri luogi di buonissima sosta (pure Beppe, a servire tra i tavoli del Veliero), “spesso gli attivisti ci hanno regalato i pranzi nei loro ristoranti o le notti nei loro B&B” (il beato Fico) – perciò la più consistente base politica, s’intuisce, posizionata tra la possibilità dell’antipasto e la pratica nobilissima dell’affittacamere. E la candidata ligure (terza) – dalla Stampa così titolata: “Alice, la Cenerentola di Grillo che si scopre quasi principessa” – che viene avvistata mentre “stava telefonando a chissà chi, e passeggiava nervosamente davanti al ristorante ‘La forchetta curiosa’, per una notte sede del Movimento 5 stelle”. Però, benedetta ragazza: entri e si accomodi. E mentre l’unico progetto pratico – a parte il reddito di cittadinanza, anzi Reddito con la maiuscola, se ce lo votate, pure l’acqua pubblica, pure la rinnovabile – è la felice transumanza del Maalox da Beppe annunciata: dallo stomaco suo allo stomaco altrui. Che sul blog – sovrastante una foto imperdibile di Casaleggio su sfondo di Venezia: come gondola dondolante sull’acqua – fa di conto: “Il M5s è la seconda, quasi la prima, forza del paese”. “Quasi” principessa era la Cenerentola loro. “Quasi” la prima forza, ma poi è seconda, ma quasi prima (va a capire), nella maggior parte delle regioni i candidati piazzati terzi. Fondamentalmente quasi. La solitudine dei (quasi) numeri terzi.
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