Seconda prova fissa
Proponiamo in esclusiva la traduzione della seconda prova dell'esame di maturità di Maurizio Milani all'istituto turistico. I maturandi dovevano scrivere (in inglese) un tema partendo da un articolo di Day Lewis uscito sul The Telegraph lo scorso 13 febbraio: come il cibo e il suo linguaggio possa aiutare a viaggiare meglio.
Oggi ci diplomiamo presso il nostro Istituto turistico di Pamplona, sede distaccata di Magenta. Con i primi diplomati (la sede lombarda è nata cinque anni fa), Magenta diventa autonoma, prima dipendevamo da Pamplona. Il preside era là. Anche per il provveditorato agli studi dipendevamo dalla Spagna e se facevamo qualche cazzata a scuola, tipo cucinare un albatros, ci mettevano in galera nella penisola iberica. Noi un albatros lo abbiamo cucinato, ma i docenti non ci hanno visto. Poi comunque dov’è il reato? L’albatros lo si è mangiato tra noi studenti. A tanti gli dispiaceva, a me no, anche perché in alcune zone del Borneo girano ancora i cannibali e a loro non dispiace, anzi si vantano davanti agli antropologi di sinistra.
Spero che questa premessa non faccia bocciare in blocco la mia classe, perché essendo l’unica quinta se ci bocciano tutti Magenta non diventa autonoma e dipenderemo ancora da Pamplona, per cui a luglio ci tocca ancora andare a dar da mangiare ai tori e controllare che di notte non vengano drogati. Che poi a drogarli eravamo proprio noi che dovevamo stare attenti che questo non accadesse. Durante le cinque estati che per motivi didattici ho passato a Pamplona mi sono trovato bene. Ho imparato diverse lingue straniere: due, spagnolo e portoghese.
Comunque cazzate a parte adesso inizio il tema della seconda prova di maturità: The food and travel tra loro non c’entrano niente. Infatti sia quando ero a Pamplona, sia quando ero a Vienna, oppure alle Isole Tremiti, andavo fisso a mangiare al Mc Donald’s pomeriggio e sera. Anche alla mattina a far colazione. In ogni McDonald’s del pianeta ci sono i giornali dentro la stecca. Questo mi ricorda molto quando era così anche nei nostri bar della bassa padana. Tanti anziani anche a Ibiza vanno a leggere il giornale da Mc Donald’s. Anche se non consumano niente, nessuno fa osservazione. Invece in qualsiasi altro posto dove vai a Pamplona devi prendere almeno un caffè per leggere Marca e tutti sanno che il caffè in Spagna fa schifo.
Quest’anno ho fatto il tirocinio in una gastronomia in via Montenapoleone a Milano. I clienti erano quasi tutti comunisti. Per vantarsi mi chiedevano i prodotti in inglese per cui ho imparato che merluzzo si dice “cod”, anguilla “eel”. Però loro mi chiedevano solo “oyoster” e “salmon”. La prima è l’ostrica. Come mance i più generosi sono i russi. Altri tirocini in questi anni di scuola sonostati al Billionaire in Sardegna. Bellissima esperienza. Poi in un circolo comunista dove con la scusa di leggere poesie facevano anche da mangiare (senza licenza). Lasciamo perdere. Anzi no, qui ho imparato che è meglio buttare in piedi attività commerciali senza rischiare i propri capitali tanto è vero che alcuni miei compagni di banco vogliono mettere in piedi delle onlus per fare dei ristoranti e alberghi impegnati nel terzo settore con fondi Ue.
L’unico mio dispiacere in questi anni di scuola è che su 700 alunni non ce ne è stato uno figlio di parlamentare, dirigente della Pa o banchiere. Siamo tutti figli di donne delle pulizie o papà manovale. Non un figlio di magistrato o di un giornalista importante. Ma che scuole fanno? Cosa vogliono diventare tutti Travaglio?
L’anno scorso abbiamo cercato di modificare i gusti di alcune popolazioni di Varese e provincia. Si è notato infatti che lungo il fiume Po di notte tanti bracconieri dell’est fanno razzia di pesce siluro, una bestiaccia di anche 200 chili che si vede da qualche anno. In alcuni stati dell’est questa carne è pregiatissima e costa molto. I bracconieri del Po oltre a motoscafi potentissimi hanno sulla riva del fiume camion con celle frigo. Pronti e via per Bucarest o Praga. Come mai noi padani non apprezziamo questo nobile pesce? Proprio per questo, senza dirlo, lo abbiamo introdotto nella mensa dei poveri di Bollate. Il pesce è stato molto stimato per il gusto. Ieri sono andato a proporlo all’Expo al padiglione degli eschimesi. Ci hanno buttato fuori. Loro mangiano solo lo squalo balena. Allora siamo andati al padiglione degli Emirati arabi. Ci hanno detto che faranno sapere.
Dispiace dirlo proprio in questa occasione accademica, ma già dalla prima classe ho visto che i professori facevano pubblicità occulta. Infatti nei laboratori di cucina della scuola usavano burro Fratelli Brazzale e formaggio Gran Moravia. Oggi, dopo cinque anni di esperienza come cuoco posso dirlo: sono i migliori prodotti nel loro settore.
Tanti miei compagni di studi con la scusa del corso di enologia hanno assecondato il loro vizio. Io per esempio ho il vizio del gioco d’azzardo. Non capisco perché lo stato non fa un Istituto tecnico per croupier. Attualmente per l’avviamento alla professione di croupier bisogna, a Milano, andare nelle bische a cielo aperto al Parco Sempione. Si impara benissimo, è che l’attestato non vale niente. E’ riconosciuto solo nella bisca notturna aperta a un chilometro dall’Expo. C’è sempre stata, è l’Expo che è venuto dopo, per cui è giusto tenerla aperta.
Riguardo a cibo e viaggi, per quanto riguarda le nutrie sono abbastanza favorevole a usarle come pietanze per gli agriturismo dell’Appennino. Il problema è se dirlo al Consumatore. Io sono per truffare il consumatore su tutto. Meno sa meglio è, quindi niente notizie sulle etichette per verificare la provenienza dei prodotti. Siccome però le associazioni dei consumatori rompono le balle, ok diamo informazioni. E’ un attimo stampare etichette sui prodotti e scriverci quello che vogliamo. Adesso vi saluto per motivi vari, spero mi fate promosso. Se ciò non succede io l’anno prossimo non lo ripeto più. Il fatto che avete poche pre-iscrizioni per l’anno venturo non vi dà il diritto di bocciarmi per avere il numero di clienti giusto a cui poter insegnare e per giustificare il vostro posto di lavoro. Comunque lo capisco, farei anch’io così. Ma possiamo fare tutti gli insegnanti? E chi pulisce le aule didattiche?
Il Foglio sportivo - in corpore sano