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Una giornata contro Israele alla Fondazione Lelio Basso. Con il “consiglio” di Rodotà, Barca e Settis

Giulio Meotti

Ospite d’onore dell'evento sarà David Sheen, uno dei dirigenti del movimento Bds per il boicottaggio di Israele, bandito dal Parlamento tedesco per aver più volte paragonato Israele alla Germania nazista.

Roma. “Lelio Basso il fedayn” è il titolo di un articolo sulla Stampa di Torino del novembre 1974 a firma di Carlo Casalegno. “Il suo piano per la soluzione del problema palestinese riprende di fatto il programma dei fedayn, ma auspicandone l’attuazione in tempi lunghi”, scriveva il giornalista che sarà assassinato dalle Brigate Rosse. Il senatore Lelio Basso sul Corriere della Sera aveva spiegato che non è “proponibile oggi la cacciata degli ebrei dalla Palestina”, e non si capiva se per Basso fosse troppo tardi o troppo presto per scacciare Israele. L’Inghilterra secondo Basso non aveva da principio il diritto di offrire agli ebrei un “focolare nazionale” e l’Onu non aveva il diritto di procedere a una “spartizione arbitraria”. Ma poiché il danno ormai era fatto, occorreva porvi rimedio: Basso propose di annullare la spartizione del 1947 e togliere il riconoscimento internazionale a Israele.
Non deve sorprendere quindi che il 7 ottobre la Fondazione Lelio Basso di Roma abbia organizzato una giornata di studi sugli “incitamenti israeliani alla violenza razzista” e l’uso in Israele di “un linguaggio che tende a dimenticare la natura umana di Palestinesi, Africani ed altri non-Ebrei, ispirando attacchi che vanno dalle aggressioni individuali fino ai bombardamenti sui civili”.

 

Ospite d’onore della Fondazione Basso sarà David Sheen, uno dei dirigenti del movimento Bds per il boicottaggio di Israele, bandito per questo dal Parlamento tedesco. E’ il “toiletgate”, ovvero Gregor Gysi, leader della Linke tedesca, che impedisce a Sheen l’ingresso a un incontro ufficiale del partito in Parlamento, perché aveva più volte paragonato Israele alla Germania nazista. Gysi non ha voluto incontrarlo, Sheen lo ha inseguito e il leader tedesco si è chiuso in bagno pur di evitarlo. Indegno persino per i bagni del Bundestag, Sheen, ma degno oratore senza contraddittorio alla Fondazione Basso. La Fondazione sposa le tesi del “Tribunale Russell sulla Palestina”, che Sheen si premunirà di esporre mercoledì, ovvero questa sorta di tribunale permanente composto da ex politici, giuristi e premi Nobel per la Pace che vogliono far processare Israele dalla Corte penale dell’Aia. Chissà cosa pensano dell’incontro di mercoledì i consiglieri della Fondazione Basso, come l’ex ministro Fabrizio Barca, il giurista Luigi Ferrajoli, l’ex garante Stefano Rodotà e l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, tanto per citare soltanto alcune delle personalità che siedono nel board della fondazione (direttore scientifico Giacomo Marramao). Qualcuno potrebbe rinverdire loro la memoria con “Il Corriere del Vietnam”, il quindicinale creato da Lelio Basso come organo della sezione italiana del Tribunale Russell, che cambiò addirittura nome in “Guerra di Popolo”. Nel primo numero, uno dei fedayn che uccideva famiglie in Israele disse al giornale: “La lotta per la liberazione della Palestina non è solo lotta contro Israele e il sionismo, ma contro l’imperialismo e non si dovrà fermare neppure dopo la liberazione”.

 

Mercoledì si sentiranno gli stessi echi per le vie della Città Vecchia a Gerusalemme e in via della Dogana Vecchia numero cinque a Roma.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.