Secondo gli exit poll Rajoy vince le elezioni in Spagna. Ora inizia il "rompecabeza" del governo

Eugenio Cau
Secondo l'exit poll pubblicato dalla televisione TVE, il Partito popolare avrebbe ottenuto il 26,8 per cento dei voti e tra i 114 e i 118 seggi. Podemos sarebbe il secondo partito per numero di voti e terzo per seggi, dietro il Psoe.

Secondo i primi exit poll pubblicati domenica alle 20 subito dopo la chiusura delle urne per le elezioni generali in Spagna, il Partito popolare del premier Mariano Rajoy è il vincitore, ma la politica spagnola, se i primi dati sono giusti, si avvia a dover risolvere un notevole "rompecabeza", un rompicapo. Non solo nessun partito ha ottenuto la maggioranza di 176 seggi per governare, ma alcune delle coalizioni considerate più plausibili non sembrano avere i numeri per assumere la responsabilità del governo.

 

Secondo l'exit poll pubblicato dalla televisione TVE, il Partito popolare di Rajoy (Pp) ha ottenuto il 26,8 per cento dei voti, e un numero di seggi al Parlamento che varia tra i 114 e i 118. Il Partito socialista (Psoe) di Pedro Sánchez ottiene il 20,5 per cento dei voti e 81-85 seggi; Podemos, la formazione antisistema di Pablo Iglesias, potrebbe diventare il secondo partito per numero di voti (21,7 per cento) ma terzo nei seggi conquistati (76-80). Ciudadanos la formazione centrista di Albert Rivera, ottiene il 15,2 per cento dei voti e 47-50 seggi.

 

L'exit poll della televisione Antena 3 riporta dati simili, leggermente più favorevoli per il Pp: popolari al 28,1 per cento con 121-124 seggi; socialisti al 20,4 per cento con 79-83 seggi; Podemos al 21,1 per cento con 70-74 seggi; Ciudadanos al 14,9 con 46-50 seggi.

 

[**Video_box_2**]I dati riportati dai primi exit poll sono parziali e saranno aggiornati e modificati nel corso della notte, ma i conteggi elettorali sono già iniziati. Per ora nessuna delle due coalizioni considerate più plausibili, una di centrodestra tra popolari e Ciudadanos e una di centrosinistra tra socialisti e Podemos, otterrebbe la maggioranza in Parlamento. Le sinistre non riuscirebbero a governare nemmeno con l'appoggio dell'ultrasinistra tradizionale, Izquierda unida, che ha ottenuto meno di dieci parlamentari. Gli analisti, dunque, parlano già di una grande coalizione dei due partiti tradizionali, Pp e Psoe, l'unica che garantirebbe vera governabilità al paese. Una grande coalizione, tuttavia, è un inedito per la politica spagnola, difficile da creare per la grande polarizzazione tra i due principali partiti. Durante la campagna elettorale, tanto Rajoy quanto Pedro Sánchez hanno sempre scartato l'ipotesi, e le posizioni tra i due si sono ulteriormente allontanate dopo il duro dibattito elettorale di una settimana fa. Un'altra ipotesi numericamente possibile è un'alleanza tripartita tra Psoe, Podemos e Ciudadanos, soluzione simile a quella vista in Portogallo negli scorsi mesi. Non è da escludere, infine, la possibilità di nuove elezioni in primavera.

 

Un dato notevole infine è quello della Catalogna, dove a settembre si è votato per il rinnovo del governo locale e le forze autonomiste di Artur Mas hanno ottenuto la maggioranza dei seggi, dando inizio a un contestato processo secessionista. A pochi mesi di distanza, oggi gli elettori catalani hanno relegato Mas e i suoi al quarto posto.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.