Francesco in aereo a ruota libera su aborto “male assoluto”, Trump e unioni civili
Roma. Nella conferenza stampa tenuta come di consueto a braccio, durante il volo di ritorno dal Messico, il Papa ha toccato temi di politica internazionale – “una persona che pensa soltanto a fare muri, sia dove sia, e non a fare ponti, non è cristiana”, ha detto rispondendo a una domanda su Donald Trump – e questioni più attinenti alla vita della chiesa. In riferimento al passaggio parlamentare del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, Francesco ha osservato che se è vero che “il Papa non si immischia nella politica italiana”, è altrettanto chiaro che “quello che penso io è quello che pensa la chiesa, e che ha detto in tante occasioni”.
Quanto al voto degli esponenti cattolici, Bergoglio ha rilevato che “un parlamentare cattolico deve votare secondo la propria coscienza ben formata” e “dico ‘ben formata, perché non è la coscienza del “quello che mi pare”. Tra le prime domande poste al Pontefice c’è stata quella relativa all’emergenza legata alla diffusione del virus Zika, che minaccerebbe soprattutto le donne in gravidanza. Nelle scorse settimane, le autorità di diversi paesi hanno proposto l’aborto oppure di evitare la gravidanza. Francesco, rispondendo, ha chiarito subito che “l’aborto non è un ‘male minore’. E’ un crimine. E’ fare fuori uno per salvare un altro. E’ quello che fa la mafia. E’ un crimine, un male assoluto”.
[**Video_box_2**]“Riguardo al ‘male minore’” Francesco osservato che si sta parlando “in termini di conflitto tra il quinto e il sesto comandamento. Paolo VI – ha osservato il Pontefice – in una situazione difficile, in Africa, ha permesso alle suore di usare gli anticoncezionali per i casi di violenza. Non bisogna confondere il male di evitare la gravidanza, da solo, con l’aborto. L’aborto non è un problema teologico: è un problema umano, è un problema medico. Si uccide una persona per salvarne un’altra – nel migliore dei casi – o per passarsela bene”. Proprio ieri, l’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Bernardito Auza, aveva definito “una risposta illegittima” la richiesta dell’Alto Commissario per i diritti umani di liberalizzare le leggi sull'aborto e l’accesso ai farmaci abortivi per contrastare Zika.
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