Le elezioni e i piani di Frau Klöckner

Andrea Affaticati
La chiamano l’anti Merkel, ha una proposta sui migranti e un’ambizione

Milano. I tedeschi non amano gli anglismi, ma le elezioni regionali di domenica in tre Länder – Baden-Württemberg, Rheinland-Pfalz e Sachsen-Anhalt – sono già state ribattezzate il “Super Sunday” della Germania. L’appuntamento è importante non soltanto perché ormai quasi tutti i paesi europei si stanno abituando a campagne elettorali permanenti, ma perché si tratta di un voto sulla politica e la gestione dei migranti da parte della cancelliera, Angela Merkel. Se il risultato della Cdu non dovesse essere scintillante, non si tratterebbe della caduta della Kanzlerin, ma certo si potrebbe aprire un varco alternativo per quel che riguarda le politiche del 2017. E in questo varco vorrebbe infilarsi  Julia Klöckner, quarantatreenne con i capelli a caschetto, i modi cordiali, il piglio agguerrito e una volontà di ferro.

 

Se domenica Klöckner dovesse riuscire a strappare alla governatrice uscente, la socialdemocratica Malu Dreyer, la guida del Rheinland-Pfalz, avrebbe fatto un passo importante verso Berlino,  scrivono i giornali. Secondo il settimanale Zeit una vittoria di Klöckner avrebbe un doppio effetto positivo. “Se Klöckner, 43 anni, figlia di un viticoltore, riuscisse a vincere, metterebbe fine a venticinque anni di governi socialdemocratici e riporterebbe la Cdu alla guida del Land che ha dato i natali ed è stato governato da Helmut Kohl”. Questa vittoria potrebbe cambiare qualcosa anche ai vertici della Cdu. “Non è solo per le sue origini che il partito spera in lei”, prosegue la Zeit. “Ci spera anche perché è l’esatto opposto della Kanzlerin. Perlomeno a livello emotivo, viene percepita come il contrario di Merkel: Klöckner è cattolica, sportiva, rumorosa, con gli angoli della bocca sempre rivolti all’insù. E da quando ha presentato una proposta diversa dall’attuale gestione dei profughi, il suo famoso piano A2, ci si domanda se possa essere anche una alternativa politica”.

 

Questo è il secondo tentativo di Klöckner. Nel 2011 non riuscì a imporsi, nonostante l’allora governatore socialdemocratico Kurt Beck fosse politicamente molto malmesso. A rovinarle la partita fu Merkel, che in seguito al disastro di Fukushima, decise da un giorno all’altro la chiusura delle centrali nucleari. Anche quest’anno la cancelliera si è messa di traverso, ma la Klöckner ha deciso di reagire prontamente. Conosce bene i timori dei suoi connazionali, la paura di perdere la loro “heile Welt”, quel mondo sano, lindo e ordinato, come scrive l’Economist, che i tedeschi si sono costruiti dopo la Seconda guerra mondiale. Ufficialmente Klöckner appoggia il corso di Merkel, ma nei fatti però ne prende le distanze. In settembre aveva chiesto che l’integrazione dei profughi non fosse lasciata alla buona volontà degli stessi, ma regolata da una legge ad hoc. Poi ha presentato il suo piano A2, contingenti quotidiani, per quanto flessibili, di persone da far entrare in Germania. Fino a qualche settimana fa, sembrava la strategia vincente. Ora, nel rush finale, i sondaggi danno una rimonta della Dreyer con un distacco di soli due punti: Cdu 35 per cento, Spd 33 per cento. E segnalano un paradosso: Dreyer sembra guadagnare consensi perché si accoda a Merkel. Lo stesso vale per il governatore uscente del Baden-Württemberg, il verde Winfried Kretschmann.
 

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