Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

E' sempre Italia-Germania: ora la partita si sposta sui migranti

Mario Sechi
La proposta di Roma sull’immigrazione becca un nein di Berlino. I giornali traducono la vicenda come se fosse un match per i campionati del mondo. Per il resto, è polvere senza stelle ma con le trivelle. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

    San Leone IX

    Titoli. E’ sempre Italia-Germania. La proposta di Roma sull’immigrazione becca un nein di Berlino. I giornali traducono la vicenda come se fosse un match per i campionati del mondo. Per il resto, è polvere senza stelle ma con le trivelle. Primo caffè, Corriere della Sera: “Centinaia di morti in mare”. Catenaccio: “Migranti, sì europeo al piano di Renzi. Ma la Germania frena sugli eurobond”. Altro? La cosa più interessante sul Corriere è il day after il voto del referendum fotografato da Maria Elena Boschi, il vero motore del governo, che fa un’analisi di scenario sul prossimo appuntamento, quello che conta, il referendum costituzionale. Domanda: “Tutte le opposizioni stanno raccogliendo insieme le firme...”. Risposta: “La loro è ormai una alleanza strutturata: tutti contro il governo. Sarà bello vedere insieme Salvini e Vendola, Grillo e Brunetta e Berlusconi. Noi siamo convinti che gli italiani sapranno benissimo da che parte stare”. L’intervista della Boschi sul Corriere dà la linea e mette ancora in evidenza il suo ruolo nell’esecutivo, nei momenti decisivi, il passaggio ideologico è affidato a lei. E in effetti, le prove tecniche dell’alleanza anti-Renzi non hanno trivellato né il governo né la segreteria del Pd. Serve qualcosa di più di un cartello di sigle divise su tutto. Non basta un ardente desiderio di vedere il premier nella polvere, serve la politica, un programma, idee e persone. Per ora, mission impossible. Urge cambio di strategia, altrimenti sarà un altro faccia a faccia con un muro di titanio. Andiamo avanti, che fa Repubblica? Tutti i titoli sono in ordine, ci mancherebbe, ma cose da leggere? Francesco Merlo su “La politica del ciaone”, sublime: “Ma ripartiamo dai renziani che hanno pompato d'aria il ciao, lo hanno gonfiato di boria proprio perché non sanno vincere. Hanno in realtà cominciato usando il ciaone sul Twitter per sbotto di scherno, per mancanza di stile. Un po' come le corna di Vittorio Gassman mentre corre e strombazza sulla sua spider rossa, "ciaone al quorum" è stato il primo tweet di Carbone appena si è capito il risultato del referendum. Nulla di strano. Carbone, che è famoso per la sua spavalderia (oltre che per gli aperitivi tra semivip), non ha resistito all'euforia da Sorpasso sporgendosi in corsa dal suo Twitter, più veloce del pensiero. E però quando l'avversario Nicola Fratoianni gli ha risposto "cialtrone", Carbone ci ha preso gusto e, come Sordi che nei Vitelloni fa il gesto dell'ombrello, "ciaone a chi ha promosso un referendum inutile" ha twittato. É a questo punto che i "mi piace" e i retweet hanno preso il ritmo degli scarponi chiodati e i ciaone sono diventati una marcia: "ciaone a chi ha gettato i soldi degli italiani". E poi: "ciaone ai masanielli e ai tribuni". E ancora ecco i nomi e i cognomi: "ciaone a Michele Emiliano e Piero Lacorazza". E va bene che il Twitter ormai legittima aggregazioni culturali, fonda protocolli, alimenta ideologie, è la risposta al malessere dello stare al mondo, e surroga la sfera fideistico-religiosa, ma nessuno si aspettava che lì nascesse "il Ciaone" come sottocorrente di partito, l'avanguardia social dei monellacci renziani sopra le righe: Carbone appunto, e poi, come Ciaone alla carriera c'è Davide Faraone che è il sottosegretario all'Istruzione, miss Ciaone è la Picerno, e ça va sans dire è ciaone Michele Anzaldi, e chissà quanti altri … Carbone è fiero di guidarli tutti; con la sua camicia bianca aperta sin quasi all' ombelico è diventato leader sul campo di battaglia del Tié”. Altro? Su Repubblica no, facciamo un giro di titoli. La Stampa presenta una prima ben impaginata, ma stamattina con meno spunti del solito: “Duello tra Merkel e Renzi sui fondi Ue per i migranti”. Il Giornale: “Una tassa per gli immigrati”, Schäuble la propone sulla benzina. E’ la differenza che passa tra la politica del debito (la nostra proposta di Eurobond) e quella del trovare nuove risorse in varie forme (l’idea tedesca). Libero che fa? Cambia spartito: “Ecco la verità sulle pensioni”. Buste arancioni, avanti il prossimo. Carlino-Nazione-Giorno tornano a Berlino: “Migranti, Merkel dice no”. Ne ha accolto un milione, dice no al debito, cosa diversa. Anche il Messaggero (caffè ar vetro) si ferma alla Porta di Brandeburgo come se fosse Porta Pia: “Migranti, scontro con la Merkel”. Niente cose romane, stamattina in prima pagina, solo Branko: “Toro, cambiamenti decisivi in arrivo”. Finiamo in bellezza, money. MF informa che “Atlante si mette subito in moto” (è subentrato a Unicredit nella garanzia per l’aumento di capitale della banca), mentre il Sole 24Ore ricorda che Vicenza deve risolvere un problema: “Pop. Vicenza, parte l’aumento Il consiglio fissa il maxi-sconto”. Difficile fare un prezzo pieno con l’allegra finanza. Buona giornata.

     

    Ripubblicizzare l’acqua. A proposito di referendum…ricordate quello sull’acqua? Finora non aveva avuto conseguenze, ma oggi la Camera discute la proposta di legge per ripubblicizzare l’acqua. Non è che l’avessero privatizzata, basta guardare lo sfascio di alcune gestioni pubbliche per rendersene conto, ma con questa proposta l’obiettivo è, cito il testo della relazione introduttiva, il seguente: “Stabilire che la gestione del servizio idrico integrato può essere affidata esclusivamente a enti di diritto pubblico”. E così torniamo allo Stato che controlla tutto e spreca tutto.

     

    Mozioni di fiducia. Oggi al Senato alle 16.30 si discutono le mozioni di sfiducia al governo presentate da Movimento 5 stelle e Forza Italia. Sarà un altro appuntamento per misurare la forza del governo e quella delle opposizioni. L’esito del referendum ha irrobustito Renzi e il governo. Il dibattito riparte sempre dal petrolio: le mozioni hanno origine dal caso Tempa Rossa e dalle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. La mozione di sfiducia pentastellata è tutta basata sul caso giudiziario e i suoi contraccolpi politici, un copione scritto in “questurese”. Quella di Forza Italia ha una serie di considerazioni politiche più articolate e punta su… toh! Verdini. Leggiamo insieme: “Il Governo si regge su una maggioranza diversa rispetto a quella da cui ha ricevuto la fiducia, in occasione del suo insediamento il 22 febbraio 2014; il gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, composto attualmente da 19 Senatori, ha ufficializzato il suo debutto nel luglio del 2015. Sorto dalle ceneri del "patto del Nazareno", con la dichiarata intenzione di tenerlo comunque in vita, per sostenere il Governo Renzi, è divenuto il pendolo della maggioranza di governo; con il voto al Senato sulle Unioni civili, il 25 febbraio 2016, il gruppo AL-A ha certificato l'ingresso in maggioranza. È stata infatti la prima volta che ha dato la fiducia al Governo Renzi; sebbene il soccorso dei voti dei componenti del gruppo AL-A non sia stato determinante per l'approvazione del provvedimento sulle unioni civili, tuttavia questo "soccorso" è già stato decisivo per raggiungere la maggioranza dei voti al Senato”. Tutta colpa di Denis. In ogni caso, se qualcosa va male, è sempre colpa degli altri.

     

    Padoan sulla manovra. Audizione in Parlamento per il ministro dell’Economia, via Agi: “Il governo intende "sterilizzare le clausole di salvaguardia attuando una manovra alternativa" che "verrà definita nei prossimi mesi" attraverso "misure di revisione della spesa pubblica e interventi che accrescono l'adempimento riducendo i margini di evasione ed elusione" fiscale. Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un'audizione sul Documento di economia e finanza di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato”.

     

    Brexitalia. Le missioni a Londra di Marco Piantini, consigliere diplomatico di Matteo Renzi, vanno avanti seguendo la scia della Brexit. Venerdì scorso Piantini ha incontrato lord Stuart Rose, presidente del Remain, il consigliere diplomatico di David Cameron e altri top official del governo inglese. Consultazioni. Per cosa? I lettori di List lo sanno: la Brexit può essere un enorme shock per l’economia e la politica europa. Meglio sapere cosa ci attende.

     

    19 aprile. Nel 1961 fallisce il blitz degli Stati Uniti nella Baia dei Porci, a Cuba.