Agricoltura biodinamica, quando l'esoterismo diventa strategico
Roma. Ci risiamo con l’agricoltura biodinamica. Quando qualche mese fa avevamo sollevato il caso del convegno in Bocconi sul metodo paranormale di coltivazione inventato nel 1924 in un castello della Slesia dall’esoterista Rudolf Steiner, il rettore dell’ateneo milanese si era scusato per la superficialità con cui era stato dato un palcoscenico a una teoria fantasiosa, ma si era giustificato dicendo che l’invito era arrivato da istituzioni più qualificate sul tema come il ministero delle Politiche agricole.
Ed è proprio questo il punto. Se quella della Bocconi era stata disattenzione, quella del ministero è convinzione. Il governo italiano nell’agricoltura biodinamica ci crede davvero, tanto da inserirla nel “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico”. Il biodinamico è quindi per il ministero delle Politiche agricole qualcosa di strategico per il paese, per la sua agricoltura e la sua economia. Gli interventi nei convegni del viceministro Andrea Olivero, come la proposta del ministro Maurizio Martina di “creare corsi universitari specifici sull’agricoltura biodinamica”, non possono essere più derubricati come leggerezze da parte di politici ingannati dalla confusione che troppo spesso si fa tra agricoltura biologica e biodinamica.
Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina (foto LaPresse)
Occorre fare un passo indietro e specificare cosa sia. L’agricoltura biodinamica non è altro che agricoltura biologica con l’aggiunta di preparati e procedimenti che si basano su una filosofia che unisce astrologia, omeopatia e spiritualismo. Una compilation del pensiero anti scientifico che consiste nell’uso di preparati diluiti omeopaticamente ottenuti appendendo vesciche di cervo maschio piene di fiori, oppure sotterrando corni di vacca pieni di letame, nella convinzione che in questo modo le energie cosmiche e le forze astrali influiscano sulle piante e sull’ambiente. Si tratta di una pseudoscienza, cioè di una teoria che vuole apparire scientifica anche nell’uso dei termini, ma che non lo è affatto. Non esiste uno studio che abbia dimostrato se le energie del cosmo entrino in un “cornoletame” sotterrato, in che modo agiscano e quali effetti producano sulle piante. Dalle comparazioni non emerge alcuna differenza con il biologico, in pratica i riti biodinamici non servono a nulla.
Un po’ poco per far inserire l’antroposofia agricola steineriana nel “Piano strategico nazionale”, che prevede anche per il biodinamico “approfondimento professionale e sperimentazione in due atenei” e la “costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca”. Insomma lo stesso governo che si impegna a fare ricerca e sviluppo sul cornoletame e sui riti esoterici degli allievi di Steiner, impedisce per pregiudizio politico-ideologico la ricerca sulla frontiera delle biotecnologie, che potrebbe permettere in futuro di salvare i prodotti e le colture tipiche che già adesso rischiano di sparire a causa di virus, batteri e parassiti sempre più minacciosi.
La decisione sulla “strategicità” presa dal ministero delle Politiche agricole non è solo di tipo simbolico, ma ha anche un risvolto economico, perché le linee guida serviranno a indirizzare la politica di Sviluppo rurale finanziata dell’Europa da qui al 2020 con circa 1,5 miliardi di euro. Risorse che rischiano di andare in (corno di) vacca.
Il biodinamico è una moda e ha un suo mercato crescente, come dimostra la scelta di Oscar Farinetti – alfiere dell’“eccellenza italiana” – di convertire molte sue vigne al metodo biodinamico. Ma fin qui si tratta di scelte commerciali, che riguardano le strategie e le risorse di un imprenditore astuto come Farinetti. Il problema sorge quando il ministero dell’Agricoltura ritiene che il biodinamico sia strategico e che tutto quel mix di magia, esoterismo, omeopatia e astrologia siano il futuro della ricerca scientifica e dell’agricoltura italiana.
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