Michele Ruggiero

La sai l'ultima della procura di Trani? Non c'è solo l'inchiesta su Deutsche Bank

Luciano Capone

Dalla caccia alle agenzie di rating alle intercettazioni su Berlusconi e Santoro, passando per il nesso tra vaccini e autismo. Il pedigree del pm Michele Ruggiero.

L’ormai celebre procura di Trani ha aperto un’inchiesta sulla Deutsche Bank per le operazioni di vendita di titoli di stato italiani nel 2011 per un valore di 7 miliardi. Il vecchio management della banca tedesca, cinque dirigenti tra cui l’ex presidente Josef Ackermann, è indagato per manipolazione del mercato. Secondo il pm Michele Ruggiero l’ex vertice della banca, mentre comunicava ai mercati finanziari la “sostenibilità” del debito sovrano dell’Italia, avrebbe nascosto ai mercati e al ministero dell’Economia italiano l’intenzione di abbattere nel breve termine il possesso di titoli italiani in portafoglio, alterando così in maniera illecita il prezzo dei bond italiani. La giustificazione della banca, secondo cui le vendite sarebbero state un’operazione di riduzione dell’esposizione nei confronti del rischio-Italia in seguito ad altre importanti acquisizioni, sarebbe falsa.

 

La vicenda si inserisce nei mesi turbolenti della crisi dei debiti sovrani europei, precede di qualche mese la famosa lettera della Banca centrale europea scritta da Jean Claude Trichet e dall'allora governatore della Banca d'Italia Mario Draghi e l’impennata dello spread che di lì a poco segna la fine del governo Berlusconi e la formazione del governo tecnico guidato da Mario Monti. Quindi l’operazione della DB sarebbe un tassello fondamentale del fantomatico “golpe” dei mercati (o delle banche o delle istituzioni europee) contro l’Italia. Naturalmente si tratta di ipotesi tutte da dimostrare e l’impresa non è semplice.

 

La procura di Trani e il pm Ruggiero in particolare sono gli stessi che all’interno dello stesso contesto storico e con le stesse accuse hanno messo sotto inchiesta le principali agenzie di rating mondiali, Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s responsabili di aver tagliato il rating italiano ingiustificatamente e manipolato il mercato. Per adesso le inchieste contro “i big della finanza” non stanno ottenendo grandi risultati: quella contro Moody’s è stata archiviata e anche l’altro filone contro le altre agenzie di rating sta seguendo un percorso impervio. Come racconta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera di oggi, il processo contro Fitch si è diviso in due, con un processo che prosegue a Trani in cui è imputato un analista che prosegue e un altro, spostato a Milano per competenza territoriale, in cui la posizione dell’altro imputato per le stesse accuse sulle medesime circostanze è stata archiviata dal gip su richiesta del pm milanese.

 

Destino simile per Standard & Poor’s che lo scorso anno ha incassato un’archiviazione da parte della Corte dei Conti per un procedimento parallelo a quello di Trani, in cui in cui il procuratore per il Lazio, Angelo Raffaele De Dominicis, contestava un danno di circa 234 miliardi di euro per non aver tenuto conto al momento del downgrade dell’“alto valore del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro paese universalmente riconosciuto che rappresenta la base della sua forza economica”. La vicenda attirò l’attenzione del Financial Times che titolò ironicamente “l’Italia accusa S&P di non aver considerato la ‘dolce vita’”.

 

Prima di diventare il Davide che dalla piccola Trani combatte contro i Golia della finanza, il pm Michele Ruggiero era salito agli onori delle cronache per un’altra inchiesta con un forte impatto mediatico, il cosiddetto Tranigate, in cui vengono diffuse le intercettazioni in cui Silvio Berlusconi avrebbe fatto pressioni illegali per censurare Michele Santoro. Berlusconi viene indagato prima per minacce e concussione, l’accusa poi decade ad abuso d’ufficio e infine termina, anche in questo caso, con un’archiviazione.

 

Sempre il pm Ruggiero è autore di un’altra inchiesta, che ha suscitato molto scalpore nella comunità scientifica italiana e non solo, che punta a capire se esiste una correlazione tra la somministrazione dei vaccini e l’insorgenza dell’autismo. Si tratta, naturalmente, di un’ipotesi che non ha alcun fondamento scientifico e che è stata smentita da tutte le principali istituzioni e organizzazioni sanitarie del mondo, che però, proprio a causa della diffusione di supposizioni ardite, sta causando un calo delle vaccinazioni e l’aumento dell’esposizione dei bambini a malattie mortali. Resta da vedere se l’inchiesta della procura di Trani contro Deutsche Bank, come le altre rimaste in piedi contro le agenzie di rating, poggi su basi più solide.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali