Così Facebook e Reddit censurano la matrice islamica della strage di Orlando
Sul sito di social-news è stato impossibile condividere link a notizie che parlavano della matrice islamista dell’attentato. Succede anche sul social-network di Zuckerberg, che parla di un errore “accidentale”.
Reddit, che per visite è il nono sito di notizie negli Stati Uniti (fonte Alexa.com), è al centro delle polemiche a causa della censura applicata dai suoi moderatori ai post e ai commenti sul massacro jihadista di Orlando. Come riportano diversi siti conservatori come Daily Caller e Breitbart, un utente è stato bannato dal sito dopo aver postato un link a una notizia in cui si riportavano i sospetti dell'Fbi circa la fede musulmana dell'attentatore. Un altro ha riferito che, non appena i federali hanno confermato l'identità del terrorista, un moderatore ha bloccato i commenti in una discussione sulla sparatoria. Bloccato anche un commentatore che chiedeva di poter commentare liberamente i fatti, dopo aver visto bloccati tutti i link sul tema. E KotakuInAction, una delle comunità anti-censura su Reddit, riporta diversi casi di discussioni bloccate e commenti cancellati. Bloccato addirittura dai moderatori un post in cui si consigliano i residenti Orlando su come donare il sangue ai sopravvissuti.
Reddit è un sito di social-news che permette a tutti di condividere post o contenuti e avviare discussioni. Nasce con l'idea di una moderazione interna alla rete di utenti attraverso un sistema di pollici in su e in giù per dichiarare la propria opinione su un'affermazione e per ridurre al minimo l'impiego di moderatori. Da qualche tempo però i moderatori, in particolare delle sezioni notizie, hanno conquistato ampi spazi di manovra su temi considerati sensibili. Mesi fa, diversi link di Jihad Watch, il blog conservatore e critico dell'islam, sono stati censurati su Reddit. Il numero delle visite sul sito di social-news è diminuito drasticamente (sono calate di un decimo rispetto a tre anni fa).
La strage jihadista di Orlando ha anche coinciso con la prima volta in America per il “Safety Check” di Facebook, il sistema del social network di Zuckerberg che rassicura gli amici sulla propria salute durante stragi o disastri naturali. Ma nelle ore successive al massacro il social network più diffuso al mondo è stato protagonista di una vera e propria censura nei confronti del gruppo “Stop Islamization in America”, gestito dall'attivista conservatrice Pamela Geller. Facebook aveva inizialmente cancellato la pagina, che conta più di 50 mila membri, per aver condiviso contenuti che istigavano all’odio, salvo poi riabilitarla con tanto di scuse per un errore “accidentale”. È stato bloccato per qualche ora anche il profilo di Geller, un’attivista tra i promotori del no alla costruzione della moschea a Ground Zero, dopo che aveva pubblicato un commento duro nei confronti del presidente americano Barack Obama dopo il suo discorso alla nazione in cui il capo della Casa Bianca aveva taciuto le motivazioni jihadiste dell'attentatore. Geller è stata, assieme al blogger Robert Spencer di Jihad Watch, organizzatrice della mostra “Dipingere il Profeta” a Garland, in Texas, attaccata nel maggio 2015, a meno di quattro mesi dall'attacco alla sede di Charlie Hebdo, da un commando di due jihadisti affiliati dello Stato islamico, fermati dalla sicurezza prima che potessero compiere una nuova strage in nome del Profeta.
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