Hays, cresce gap tra domanda e offerta di competenze sul mercato del lavoro
Roma, 26 set. (Labitalia) - Per il quinto anno consecutivo è cresciuto il gap tra domanda e offerta di competenze sul mercato del lavoro globale (+14%). È quanto emerge dalla nuova edizione dell'Hays Global Skills Index 2016, il report pubblicato ogni anno da Hays, società leader a livello globale nel recruitment specializzato, in collaborazione con Oxford Economics. L'analisi, intitolata 'The Global Skills Landscape - a complex puzzle', prende in esame i mercati del lavoro di 33 economie (tra cui l'Italia) per individuare i principali trend nel mondo del lavoro qualificato.
Roma (Labitalia) - Per il quinto anno consecutivo è cresciuto il gap tra domanda e offerta di competenze sul mercato del lavoro globale (+14%). È quanto emerge dalla nuova edizione dell’Hays Global Skills Index 2016, il report pubblicato ogni anno da Hays, società leader a livello globale nel recruitment specializzato, in collaborazione con Oxford Economics. L’analisi, intitolata 'The Global Skills Landscape - a complex puzzle', prende in esame i mercati del lavoro di 33 economie (tra cui l’Italia) per individuare i principali trend nel mondo del lavoro qualificato.
Nonostante le imminenti conseguenze della Brexit per il Regno Unito, il clima di incertezza dovuto alle elezioni negli Stati Uniti e il rallentamento dei mercati emergenti, l’economia globale è in costante ripresa. Si assiste a un aumento della domanda di lavoro qualificato che non riesce, però, a essere soddisfatta, minacciando la produttività e, di conseguenza, la crescita economica futura.
Inoltre, la mancanza di competenze specializzate a livello globale spinge sempre più aziende ad offrire stipendi più alti ai profili maggiormente specializzati, determinando un’inflazione sui salari.
Nel dettaglio, dai risultati del Global Skills Index emerge che, con l’aumento del gap di competenze in Europa, la pressione retributiva sta iniziando a essere avvertita anche in Asia, Cina e India, che stanno attraversando un periodo di rallentamento economico rispetto agli anni passati. Dall’altra parte del mondo, si assiste a un forte divario tra gli Stati Uniti e il Centro e Sud America, che vivono un aumento sia della disoccupazione, sia dei posti di lavoro disponibili (per esempio, il tasso di disoccupazione in Brasile, alla fine di quest’anno, è previsto al 12%).
Alcuni governi stanno ottenendo risultati positivi tramite l’introduzione di policy a supporto del mercato del lavoro. Il governo giapponese, ad esempio, ha istituito una politica 'womenomics' con l’obiettivo di aumentare il numero di lavoratrici e migranti qualificate, mentre in Belgio riforme strutturali stanno contribuendo a migliorare il mercato del lavoro in generale.
Una soluzione alla carenza di competenze specializzate può arrivare dall’automazione che, negli ultimi anni, sta avendo un impatto sempre più forte sul mercato del lavoro. L’aumento di macchine e robot, capaci di eseguire compiti anche 'non routinari' come guidare o condurre diagnosi, potrebbe infatti aiutare a ridurre la mancanza di skill permettendo ai professionisti una maggiore specializzazione.
L’introduzione di un milione di robot industriali - riporta lo studio - ha creato quasi 3 milioni di posti di lavoro qualificati che, entro i prossimi 5 anni, diventeranno un milione in più grazie alla crescente alla meccanizzazione. Imprese, governi e scuole devono, pertanto, investire in tecnologia per assicurarsi professionisti specializzati e colmare, così, il gap di competenze tra domanda e offerta di lavoro.
“L’economia mondiale - commenta Alistair Cox, Ceo di Hays - è tornata lentamente a crescere. Tuttavia, la ripresa ha accentuato il divario tra le competenze disponibili sul mercato del lavoro e quelle richieste delle aziende. Le imprese sono, dunque, chiamate a una doppia sfida: ricercare i professionisti migliori e riuscire a farli restare".
"Anche i governi hanno un ruolo determinante, come dimostrato da alcuni Paesi che hanno preso misure decisive per colmare il gap e aiutare le aziende ad accedere alle skill di cui hanno bisogno e favorire la crescita economica”, conclude.
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