Arriva il cancelliere Gribbels. O no? Arriva sempre un momento in cui il bullo s’imbatte in un altro bullo più manesco e sicuro di sé, e le prende di brutto. L’anagrafe rileva ma non poi tanto, la stazza fisica nemmeno, semmai a pesare sono l’esperienza e la tecnica. Infine sono i numeri a certificare il risultato: con quel 26,88 per cento di share incassato lunedì sera a “Porta a Porta”, Beppe Grillo scavalca Matteo Renzi, diventa il capobranco televisivo e l’uomo (im)politico da battere. Il premier era andato da Bruno Vespa lo scorso 13 marzo, ricavando uno scintillante 25,1 per cento che ora – a pochi giorni dal voto europeo – impallidisce come il volto di un pavido. Alessandro Giuli 20 MAG 2014
Così, molto prima di Molotov e Ribbentrop, Mosca e Berlino vagheggiavano la loro Europa rosso-bruna Non bisognava aspettare la stretta di mano tra Molotov e Ribbentrop per accorgersi che Mosca e Berlino possono amoreggiare come la Luna e il Sole nel piccolo scrigno culturale nazionalbolscevico. E questo accadde tra le due guerre civili europee del Novecento. Accadde quando il movimento völkisch germanico – un meticciato di naturismo giovanilistico, fantasticherie folcloriche e rifiuto della società borghese – cominciò a rispecchiarsi nella purezza della plebe slava ordinata in classe operaia. Contano, sì, ma fino a un certo punto l’esperienza bismarckiana e il socialismo prussiano teorizzato da Oswald Spengler. Alessandro Giuli 08 MAG 2014
L’ultima battaglia di Alemanno per far dimenticare il passo delle oche Gianni Alemanno ha sempre dimostrato capacità di mobilitazione culturale largamente superiori a quelle dei suoi colleghi ex colonnelli di An. Il che, se possibile, ha reso più dolente la bancarotta po- litica del suo ambiente, dacché l’esperienza fallimentare da sindaco di Roma e l’implosione pulviscolare dei postfascisti ita- liani hanno scavato una profonda fossa nella quale giace la così detta destra na- zionale. Adesso il fondatore della Destra sociale torna sul luogo del suicidio e lo fa in occasione del suo rinnovato impegno al fianco dei Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa) che si sono riappropriati del vecchio simbolo aennino (non senza strascichi polemici ancora da risolvere). Alemanno ha infatti pubblicato un libro intitolato “Il partito della nazione” (Edizioni del Borghese, 15 euro) che vorrebbe essere un manifesto per la rifondazione di un mondo consegnato (autoconsegnatosi) all’irrilevanza, se non ai necrologi. Alessandro Giuli 15 MAR 2014
Primavera bulgara L’inizio del mese è dedicato a Baba Marta, una vecchia fiabesca signora cangiante (può diventare giovanissima in un attimo, purché lo voglia). E’ la linfa vitale che presiede alla fine dell’inverno, la personificazione dell’aurora primaverile. I suoi colori sono il bianco della luce e il rosso del sangue, due comete intrecciate in una sola festa: perché Baba Marta (versione balcanica della antica Nerio Martis dei Sabini) è a modo suo la compagna del dio cui è sacro questo mese, il padre Marte, il placido guardiano armato dei campi ma terribile in battaglia, il signore dei lupi (i lupi c’entrano sempre quando c’è di mezzo Marte, non per caso comincia adesso la stagione dei loro amori). n Bulgaria il primo di marzo è dunque un tripudio dei ciuffi biancorossi di Baba Marta: bracciali, coccarde, pupazzi appesi sui rami degli alberi o sulle fronde degli umani (braccia, capelli). Alessandro Giuli 15 MAR 2014
Chi sono loro per giudicare? Il prezzo dei nostri Marò Giudici che possono dare l’ergastolo a due gay hanno nelle loro mani due italiani. Bisogna anzitutto immaginarsela a parti invertite, la storia dei nostri due Marò sotto sequestro in India, vittime del pavore italiano e del titanismo degenerato degli indiani. Bisogna fantasticare su un’orda di dravidici senza-casta, consanguinei alla plebe oscura del Kerala, che assalta la nostra ambasciata a Nuova Delhi fra sibili e ringhi per intimare la restituzione di due marinai messi in cattività dall’Italia (li riavrebbero presto a casa, infiocchettati con nastri dorati di scuse). Leggi anche Così funziona la giustizia indiana di Leila Seth Alessandro Giuli 27 FEB 2014
Alto gradimento Napolitano non teme Grillo, ma non gli offrirà pretesti per incanaglire Giorgio Napolitano sa bene che in Italia non esiste l’impeachment, e che la nostra procedura per la messa in stato d’accusa del capo dello Stato (per alto tradimento o attentato alla Costituzione) prevede passaggi lunghi, circoscritti e puntellati da contrafforti ultra garantisti. Non ultima la maggioranza qualificata con la quale il Parlamento – posto che l’apposita giunta bicamerale non archivi la pratica in tempi stretti – dovrebbe consegnare alla Corte costituzionale il diritto/dovere di sentenziare sul presidente. Rizzini Bivacchi a 5 stelle Alessandro Giuli 30 GEN 2014
Dieudò, giullare maledetto Il ghigno di un giullare maledetto risuona nelle cattive coscienze di Saint-Germain-des-Prés. Con l’editto dell’Eliseo scagliato su Dieudonné M’Bala M’Bala, la polizia del pensiero unico ha accettato il rischio di creare un nuovo martire a uso e consumo dell’ideologia francese, quella che Alain de Benoist ha ritratto nel suo ultimo pamphlet intitolato “I demoni del bene”, degna prole generata dai fautori di “un nuovo ordine morale d’occidente”. Ma questa volta il martire è indigesto perché assomiglia troppo ai suoi improvvisati persecutori. Tiliacos Matraquage démocratique Alessandro Giuli 08 GEN 2014
La voluttà di scendere A quest’ora Michael Schumacher potrebbe essere già adagiato nel suo Walhalla di asfalto e gomma e acciaio, o forse giace ancora nella caligine della Terra di mezzo, lì dove il destino lo ha colto, in attesa del risveglio alla vita o rassegnato a che una bionda dea sotterranea gli schiuda la dimora dei lemuri nordici, Helheim, l’ostello delle morti acerbe. Alessandro Giuli 30 DIC 2013
Presto (e bene) a votare Emanuele Macaluso ha un anno in più del vecchio amico Giorgio e, se solo lui glielo avesse chiesto per tempo, nell’aprile scorso, il suo consiglio sarebbe stato: “No, non accettare il ricatto della rielezione al Quirinale, non conviene a te e alla tua salute. Ti guadagnerai rampogne e altri guai”. Oggi che Napolitano agisce ancora da perfetto monarca costituzionale, nella palude delle intese ormai piccole e delle grandi intemperie politico-economiche, Macaluso dice al Foglio che il suo amico Giorgio non ha una buona ragione per farsi da parte subito, sebbene gli convenga sperare che questo stato d’eccezione si chiuda quanto prima. Alessandro Giuli 12 DIC 2013