Perché sono così geloso di Cacciari, icona e parodia dell’intelligenza Esistono in ogni momento culturale, che può durare un anno o dieci, certe figure di spicco da cui non si può prescindere, a cui non si sfugge, che non bisogna mancare, se si è interessati a capire l’aria del tempo, l’aria che tira, il tempo che fa, i sogni, i bisogni, le superstizioni e le manie di chi frequenta l’ambiente cultura. Alfonso Berardinelli 24 NOV 2014
Ah eterna Italia… Antologia del nostro disamore contorto e indiretto Che il discorso, la deplorazione, lo scoramento, ma anche l’acuta analisi morale e storica, circa il carattere e il destino dell’Italia e degli italiani siano interminabili, è cosa nota. Interminabili perché (non si può negare) appassionanti. Alfonso Berardinelli 09 NOV 2014
Amo Bergoglio, un esistenzialista E’ possibile riflettere sul Sinodo dedicato alla famiglia, o meglio su quello che si legge in proposito, evitando di sentirsene partecipanti attivi? Certo non sono un vescovo. Quanto alla fede, credo solo in ciò che vedo, convinto che anche Dio si può vedere. Alfonso Berardinelli 15 OTT 2014
La rete non è più il paradiso Cade l’illusione che internet regali libertà e renda migliori. Non ci crede più nemmeno Rampini. La civiltà occidentale è la più infatuata di progresso. Ma l’idea di progresso assoluto, immancabile e garantito, non mi entra in testa. Alfonso Berardinelli 12 OTT 2014
Bisogna rileggere Panzieri per capire come sono nate le due sinistre italiane A cinquant’anni dalla scomparsa di Raniero Panzieri (Roma 1921-Torino 1964), che fu dirigente socialista, condirettore della rivista Mondo operaio, poi collaboratore della Einaudi e fondatore dei Quaderni rossi, Cesare Pianciola gli dedica un breve libro. Alfonso Berardinelli 30 AGO 2014
Criticare la vittima perché è vittimista? Un’avversione un po’ strana Ci sono le vittime dell’ingiustizia sociale, quelle dei conflitti armati, quelle della natura e del caso, quelle degli avversari politici, le vittime infine della loro stessa famiglia. Sono così tanti i tipi di vittime che una critica della vittima appare assurda, o stravagantemente faziosa. Alfonso Berardinelli 24 AGO 2014
Un’estate in Montaigne Ai tempi di Socrate, Platone e Aristotele, la filosofia si faceva anche chiacchierando a lungo, seriamente, ironicamente e con impegno in piazza e sotto i portici. Il pensiero sapeva essere parlato e peripatetico. Perfino la metafisica, la filosofia dei principi primi, pur presupponendo esperienze mentali difficilmente verbalizzabili e oggi inconcepibili, poteva essere materia di discorsi conviviali. Gesù ha fondato l’eucarestia, il più sublime dei sacramenti, durante una cena, la sua ultima. Il linguaggio della filosofia veniva inventato parlando e discutendo. Poi per secoli e fino a oggi quel linguaggio è stato rimasticato ritualmente. Alfonso Berardinelli 08 GIU 2014
Il critico con la palude in testa Niente fa più notizia di una notizia sbagliata. Nessun nemico sa essere subdolo come un vecchio amico. Mi vengono in mente proverbi come questi mentre leggo l’articolo del mio vecchio amico Franco Cordelli sull’ultimo numero della Lettura – Corriere della Sera, articolo corredato da una mappa degli attuali scrittori e critici italiani, divisi in cinque categorie, inventate allo scopo di fare dispetto a qualcuno attirando l’attenzione di molti. Cordelli fa finta di scherzare ma vuole vendicarsi. I malumori letterari lo assillano. Alfonso Berardinelli 01 GIU 2014
La malinconia senza trionfalismi nel diario mai pubblicato di Bellocchio Passo da Piacenza e mi fermo un paio di giorni dal mio amico Piergiorgio Bellocchio. Non lo vedevo dall’autunno scorso. Cosa fa Piergiorgio? Fra i miei conoscenti molti se lo chiedono, se lo sono sempre chiesto e spesso lo chiedono a me. Cosa faccia Piergiorgio sembra un mistero. Tutti fanno o sembrano fare qualcosa, molte cose. Si esprimono, si manifestano, pubblicano libri, scrivono sui giornali, ricevono premi. Si incontrano, prima o poi, in qualche convegno, serata, presentazione, festival, fiera o salone. Piergiorgio non appare, non compare. Alfonso Berardinelli 18 MAG 2014
Dio è morto, ma in mano ai filosofi si rifà vivo in politica Dio non parteggia, si tiene da parte. In società, nelle assemblee, in guerra, nelle controversie di confine, nei tribunali, Dio tace. Ci sono le sacre scritture. Ma sono tante e varie e quasi sempre scritte in stile poetico, allegorico, figurale, mitologico, profetico. Di qui quell’attività chiamata ermeneutica la quale, forse va detto, nella sua onesta serietà, ha qualcosa di ridicolo. Lo è quando lavora sulla letteratura profana e si chiede: “Che cosa voleva dire lo scrittore?”. Lo scrittore, dato che è uno scrittore, voleva dire quello che ha detto, proprio come lo ha detto. E quando si tratta di libri sacri (ispirati da Dio) chiedersi che cosa voleva dire Dio guidando la mano del suo amanuense, è ancora più ridicolo. Se è ambiguo, ambivalente, polivalente, fantasioso e oscuro, vuol dire che così voleva essere. Guai a chi vuole dirci con certezza indiscutibile che cosa pensa Dio e che cosa vuole da noi. Alfonso Berardinelli 30 MAR 2014