I politici Se bisogna proprio parlare tanto di politica, se tutto il resto deve passare in second’ordine, allora dirò qualcosa di personale in proposito. Dirò male di questo perpetuo privilegio accordato dai media alla politica dei politici. Starli sempre lì a spiare, qualunque rutto esca dalla loro bocca, dà loro un’importanza che deforma la verità delle cose. Si sa che i giornali devono uscire tutti i giorni, che i telegiornali devono andare in onda più volte al giorno, che le trasmissioni tv consacrate, sì consacrate, al talk-teatro sono, mi sembra, una dozzina e senza la giostra politica non saprebbero che cosa mettere in scena. Alfonso Berardinelli 16 MAR 2014
Contro la smemoratezza 2.0 Sull’ultimo numero di Vita e Pensiero (giugno 2013) non posso fare a meno di leggere l’articolo di Michel Serres intitolato “Un nuovo Rinascimento dalle nuove tecnologie”. Le tecnologie informatiche e telematiche sono la mia testa di turco, o meglio i miei mulini a vento. Non sono nemici da combattere. Hanno vinto in partenza e vinceranno anche sulla mente umana che ha creduto di crearle per “farne uso”, per metterle al proprio servizio. Alfonso Berardinelli 12 FEB 2014
Odio Roma e la Dolce Vita Che cos’è Roma? Ci sono nato, da genitori nati a Roma, e sono cresciuto a Testaccio. Ma non ho mai capito cos’era questa città. Non mi è mai piaciuta, l’ho sempre rifiutata, da bambino mi sembrava che avesse un odore di sacrestia e di latrina. Ho studiato dai Salesiani fino a tredici anni, la vita personale dei preti mi incuriosiva, mi chiedevo in che cosa credevano loro, in che cosa dovevamo credere noi, se nella messa del mattino o nei film western e nei tornei di calcio con cui ci tenevano occupati di pomeriggio. SDM La gran rottura della romanità Alfonso Berardinelli 15 GEN 2014
Il mio debito con Rigoni Stern e un libro che parla di cose dimenticate Avere un destino, quale che sia, ma uno. Vivere una sola vita, la propria. Che guaio. Tuttavia, esattamente a quarant’anni, l’anno della maturità, mi sembrò di capire all’improvviso (si capisce sempre all’improvviso) che il primo peccato, il peccato maggiore, o quello da cui nascono gli altri, è il desiderio, è il tentativo di vivere più di una vita, è diventare una specie di turista della vita, uno che non è veramente niente, che non si identifica con niente. Alfonso Berardinelli 10 GEN 2014
La classicità magnetica dei “Quartetti” di Eliot (tradotti da La Capria) Forse il regalo migliore che si può fare per l’anno nuovo a chi ama la poesia, o semplicemente ne è attratto, sono i “Quattro quartetti” di T. S. Eliot pubblicati dall’editore Enrico Damiani: illustrazioni di José Muñoz, un cd con la lettura di Paolo Bessegato e una traduzione d’autore come quella di Raffaele La Capria, secondo me il più adatto a dare voce italiana a questo capolavoro della letteratura del Novecento. Alfonso Berardinelli 05 GEN 2014
Nell’Italia senza eroi da romanzo, i veri personaggi diventano gli autori C’era una volta la società e c’era una volta anche l’individuo. Sul presente e sul prossimo futuro non faccio ipotesi. Ci provai quasi un quarto di secolo fa, nel 1989, quando mi decisi a parlare di postmoderno: ma la formula usata, benché suggestiva, era piuttosto esagerata. Definivo il postmoderno “una non-società senza individui”. Forse pensavo alla tendenza più che alla realtà, pensavo cioè a qualcosa che si annunciava, che andava oltre il postmoderno, già allora un limone spremuto. Al di là delle provocazioni e delle esagerazioni, qualcosa comunque tuttora si nota. Alfonso Berardinelli 17 NOV 2013
L’Italia sempre eguale Passano i decenni, passano i secoli, ma l’Italia è sempre uguale. Vero o falso? Noi non vogliamo crederci, ma per gli stranieri è cosa ovvia. Gli italiani parlano, si esprimono, litigano: e questa esagitazione emotiva, verbale e retorica crea un’impressione di dinamismo. E’ mezzo secolo che sento parlare di riforme e modernizzazione. La modernizzazione è stata fatale, ma le riforme che dovevano governarla sono rimaste un proposito, un sogno. La società si muove come può, si muove passivamente, per impulso esterno. Lo stato rimane fermo e i partiti sono i suoi parassiti. Alfonso Berardinelli 31 OTT 2013
L’Italia sempre eguale Passano i decenni, passano i secoli, ma l’Italia è sempre uguale. Vero o falso? Noi non vogliamo crederci, ma per gli stranieri è cosa ovvia. Gli italiani parlano, si esprimono, litigano: e questa esagitazione emotiva, verbale e retorica crea un’impressione di dinamismo. E’ mezzo secolo che sento parlare di riforme e modernizzazione. La modernizzazione è stata fatale, ma le riforme che dovevano governarla sono rimaste un proposito, un sogno. La società si muove come può, si muove passivamente, per impulso esterno. Lo stato rimane fermo e i partiti sono i suoi parassiti. Alfonso Berardinelli 31 OTT 2013
Intellò, ridicoli e stronzi Chi come me ha cominciato, da liceale, a discutere con gli amici di Sartre e Camus (“Sartre o Camus?”) non resiste a una copertina come l’ultima di MicroMega con le immagini dei due filosofi-scrittori e con il titolo: “L’intellettuale e l’impegno”. Da un po’ di tempo non riesco a pensare niente su questo tema. Non so bene che cos’è un intellettuale (quello che so mi piace poco) e quanto all’impegno mi chiedo subito “quale impegno, come, perché, con chi ecc.”. Gli intellettuali oggi sono massa più che élite, sono un ceto, una corporazione, una serie di corporazioni, più che degli individui. Alfonso Berardinelli 13 SET 2013
E' la biopolitica, bellezza L’intellettuale di oggi, che non riesce più a definirsi e dubita della propria esistenza, sperimenta una forma di frustrazione del tutto nuova: non sa che cosa pensare e gli sfuggono i mezzi per farlo. Merita comprensione, povero intellettuale. Non capirci nulla è quanto di peggio gli potesse capitare. Alfonso Berardinelli 26 LUG 2013