Perché a noi italiani farebbe bene riscoprire l’etica sociale di Hume Da diversi anni mi rallegro del lento ma sicuro declino della filosofia cosiddetta “continentale” e del suo gergo, a vantaggio delle correnti che dominano il pensiero anglosassone: empirismo, pragmatismo, filosofia analitica. Quando trenta o quarant’anni fa gli ex marxisti rivoluzionari hanno voltato le spalle alle teorie per avventurarsi nel gran mare della Filosofia maiuscola, pur di saziare il loro estremismo frustrato, scelsero l’ontologia, la metafisica, la teologia, le sapienze esclusive e occulte. E’ stata, questa, una delle forme prevalenti di quel fenomeno culturale da molti chiamato postmodernismo. Alfonso Berardinelli 12 MAG 2013
Il demone del libro Quando Roberto Calasso si produce in sapienze iniziatiche, metafisiche e mitologiche lascia perplessi per diverse ragioni: perché non sembrano materia adatta alla narrativa né alla saggistica occidentali moderne; perché non si riesce facilmente a credere nella sua autorità e competenza; perché non si vede esattamente il motivo di una tale esibizione erudita in campi in cui l’erudizione, per quanto ardente, non conta poi molto. Ma quando Calasso, editore geniale e autore di singolare originalità, parla di editoria, allora le cose cambiano. Alfonso Berardinelli 29 APR 2013
Roma, Firenze, Venezia. Ovvero come la politica può far male all’arte Da un libro come “Le pietre e il popolo” di Tomaso Montanari (minimum fax, 164 pp., euro 12) si imparano molte cose. Alcune ci vengono dette nel modo più chiaro, documentato e indignato dallo stesso autore, quarantenne storico dell’arte, autore di libri e pamphlet, collaboratore del Fatto e del Corriere della Sera. La prima cosa che si impara, la più generale, è che il “valore civico” di tutto ciò che c’è nelle nostre meravigliose città d’arte viene oggi sempre più sottratto alla comunità per essere trasformato in proprietà privata gestita per fini di lucro. Le città italiane sono ridotte progressivamente a luna park. Il bene comune diventa dominio privato e merce. Alfonso Berardinelli 11 APR 2013
Il trauma liberatorio di B-XVI declamato con i versi di T. S. Eliot DIMISSIONI DIMISSIONI DIMISSIONI. Così T. S. Eliot concludeva una sua poesia del 1931-’32, “Difficoltà di un uomo di stato”. Poesia di quelle massimamente prosastiche, in apparenza senza stile, parodisticamente declamata e declamabile, i cui primi versi, se sono versi, suonano così: “Gridare cosa dovrei gridare? / La carne è erba: compresi / I Camerati dell’Ordine del Bagno, i Paladini dell’Impero Britannico, i Cavalieri, / Cavalieri! Della Legion d’Onore, / L’Ordine dell’Aquila Nera (prima e seconda classe), / E l’Ordine del Sol Levante. / Gridare gridare cosa dovrei gridare? / La prima cosa da fare è formare le commissioni: / I consigli di consulta, le commissioni permanenti, le commissioni d’inchiesta e le sottocommissioni. / Un segretario solo andrà bene per molte commissioni. / Cosa dovrei gridare?”. Leggi “Sarà la fine del cristianesimo occidentale o l’alba del sud?” Alfonso Berardinelli 21 FEB 2013
L’arrogante umiltà di Don Chisciotte e ciò che rivelano i suoi baffi Messe per un momento da parte le sue dichiarazioni e la sua pittura, se c’è una cosa che si sopporta poco in Salvador Dalí sono i suoi baffi. Sono baffi rivolti istericamente all’insù, baffi eretti e rigidi come lame. Baffi nei quali, nonostante il surrealismo con la sua presupposta saggezza, sembra che torni piuttosto la spavalderia facinorosa di Filippo Tommaso Marinetti, un genio non immune dall’imbecillità. Baffi del genere sono proprio baffi d’avanguardia, baffi vincenti e trionfali, “a passo di corsa” verso il futuro. I baffi di Dalí esprimerebbero una tipica fierezza ispanica? C’è da dubitarne. Alfonso Berardinelli 17 FEB 2013
Il romanzetto politico di Ingroia, gli euro-intellò al tempo di Internet Per indignarsi ci sono sempre ragioni sufficienti. Soprattutto ragioni morali, o meglio di immoralità pubblica. Ci si indigna contro il ceto politico perché gode di privilegi che non merita, perché non sa governare o lo fa a proprio vantaggio. Ci si indigna per le disuguaglianze sociali, soprattutto quando crescono. Ci si indigna quando ci vengono chiesti sacrifici da uno stato che comunemente ci ignora e ci vessa con una burocrazia inefficiente, con leggi o mal concepite o male applicate e normative incomprensibili. Alfonso Berardinelli 08 FEB 2013
La Francia non sa più scrivere romanzi, fa saggi inutili sui “capolavori” A Parigi qualcuno si è chiesto che cos’è un capolavoro letterario e per rispondere ha scritto un libro. La notevole notizia ci viene da Stefano Montefiori, corrispondente nella capitale francese del Corriere della Sera, il cui supplemento libri di domenica scorsa si apre con un’intervista a Charles Dantzig, “affermato scrittore ed editore che a 51 anni ha deciso di dedicare un erudito saggio all’idea di capolavoro”. Da tempo la cultura francese dà segni evidenti di non sopportare più il suo recente glorioso passato ipercritico e paranichilista, che la portò mezzo secolo fa, a incarnare il culmine teorico, filosofico e antifilosofico, di ogni possibile e pensabile avanguardia. Alfonso Berardinelli 04 FEB 2013
Capricci storici "Only connect”, soprattutto connettere, cercare nessi e nient’altro: questa parola d’ordine, o precetto, o sfida con cui deve misurarsi lo scrittore di romanzi secondo Edward M. Forster, l’autore di “Casa Howard”, vale anche per il più modesto lettore di giornali. Tale personalmente sono, in mancanza (o per rifiuto) di fonti informative socialmente privilegiate o tecnicamente innovate. I giornali sono diventati un paradosso. Una volta sembravano il simbolo dell’effimero, oggi si leggono come testi tradizionali. Stampati su carta, non ignari di ortografia, punteggiatura e sintassi, scritti a volte con evidente passione letteraria, io faccio fatica a liberarmene. Alfonso Berardinelli 07 GEN 2013
Vedi alla voce Berlusconi, il nonsenso e il senso comune italiano Abbiamo a tal punto abusato del nome Berlusconi in questi ultimi vent’anni, che devo fare forza a me stesso per pronunciarlo. Il nome Berlusconi è il “buco nero” del discorso politico italiano (e anche europeo). Una volta che si cede alla tentazione di usarlo, si smette di pensare credendo, invece, di spiegare tutto. Quell’uomo è l’evidenza, ma anche l’assurdo. E’ il senso comune italiano, ma anche il nonsenso italiano: due cose di cui la politica ha bisogno e si nutre. Alfonso Berardinelli 20 DIC 2012
Nel paese umiliato e intimidito il capo di stato legge Montale L’altra sera (non succede spesso) ho sentito a casa di amici il nostro presidente Giorgio Napolitano parlare di libri e di poesia e non di crisi politica e di elezioni. Ha detto di aver trovato un bravissimo rilegatore e di essersi fatto rilegare i libri di poesia di Montale: nel primo, “Ossi di seppia”, ha ritrovato alcuni versi da lui molto amati: “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti” ecc. Quali siano i rapporti che un politico può avere con la poesia, è per me un mistero. Alfonso Berardinelli 16 DIC 2012