Lo scabroso problema con al Azhar ereditato da Francesco Anche quest’anno il dialogo con al Azhar si è interrotto per scelta dei nostri partner musulmani”. Papa Francesco è costretto oggi a definire i suoi rapporti col mondo musulmano a partire da questa constatazione espressa il 4 gennaio scorso dal cardinale Jean-Louis Tauran: una drammatica rottura che si è consumata tra il Vaticano e il più prestigioso centro dell’islam sunnita. Specularmente, la dirigenza di al Azhar, nel momento stesso in cui invia un caloroso messaggio al nuovo Pontefice dopo il Conclave, sottolinea gli elementi che rendono gravissima la crisi: “Il nostro problema non è col Vaticano, ma col Papa tedesco, che ha parlato della protezione delle minoranze in Egitto e ha descritto l’islam come religione di sangue”. Carlo Panella 04 APR 2013
La road map della pace tra i curdi e la Turchia sa di petrolio Il leader del gruppo curdo Pkk Abdullah Ocalan, in una missiva messa a punto nel carcere dell'isola di Imrali in cui dal 1999 sconta una condanna a vita per tradimento, ha rivolto un invito ai militanti chiedendogli di "abbandonare il territorio turco" e di "mettere fine alla lotta armata", nel quadro di un piano di pace con le autorità di Ankara: "Siamo nella fase in cui le armi devono tacere – ha scritto il leader – e in cui coloro che sono armati devono ritirarsi dalla Turchia". Carlo Panella 21 MAR 2013
Spari sulla primavera araba Scontri e rivolte dopo il primo omicidio politico nella Tunisia islamista Chokri Belaïd, leader del Fronte popolare tunisino, l’opposizione parlamentare di sinistra al governo islamista di Ennahda, è stato assassinato ieri mattina a Tunisi. Una sua amica, Radhia Nasraoui, avvocato per i diritti umani, è corsa alla clinica Ennasr dove era stato portato Belaïd e ha raccontato al Foglio in lacrime la dinamica dell’omicidio: “Usciva da casa e stava entrando in automobile quando si è avvicinato un uomo coperto da un burnous, la tipica veste tunisina di panno con cappuccio a punta, e gli ha sparato a bruciapelo una pallottola al viso, una al collo, una al petto vicino al cuore. Carlo Panella 07 FEB 2013
Il Mali è il nuovo Afghanistan "Se la Francia non fosse intervenuta, la capitale del Mali, Bamako sarebbe caduta nelle mani degli islamisti e di al Qaida in due o tre giorni”. Con queste parole, il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha inconsapevolmente esplicitato le ragioni che porteranno, con molta probabilità, a una vittoria strategica degli islamisti e alla trasformazione del Mali in un nuovo Afghanistan a ridosso del Mediterraneo. Leggi Mali, via libera unanime dell’Onu alla missione militare di The Tank Carlo Panella 15 GEN 2013
Ma quale intervento esterno, in Siria bastava armare i ribelli Sessantamila vittime del multilateralismo. E’ questo, in estrema sintesi, il bilancio della politica mediorientale di Barack Obama applicata alla rivoluzione siriana. Il primo e vero responsabile di questo elevato numero di morti è naturalmente Bashar el Assad, che domenica ha dimostrato col suo discorso alla nazione di non avere intenzione di accettare le mediazioni presentate dall’Onu. Ma l’assoluta mancanza di iniziativa della comunità internazionale nella crisi siriana è da ascrivere alla errata dottrina che ispira l’Amministrazione americana. Carlo Panella 09 GEN 2013
La piazza egiziana non esiste più, ma Morsi rischia il default Piazza Tahrir è tornata a essere quel che era: il crocevia del traffico caotico del Cairo. Nulla più. Non una manifestazione, non un presidio, non le urla dei giovani ribelli, non gli scontri abituali: la piazza simbolo della cacciata del rais Mubarak è ora il monumento alla sconfitta politica delle opposizioni egiziane. La deriva autoritaria della Fratellanza musulmana è culminata nella approvazione della nuova Costituzione islamista col 63,8 per cento di sì. Carlo Panella 27 DIC 2012
I Tuareg hanno l’aria talebana Oggi si riunisce a Roma, nella sede della Fao, il cosiddetto gruppo di contatto sul Mali. L’incontro è stato voluto da Romano Prodi, inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sahel, per mettere insieme Onu, Unione africana, Francia, Regno Unito, Algeria, insomma gli interlocutori principali per la crisi in corso. Non ci saranno grandi sorprese, visto che lo stesso Prodi ha definito il summit una “riunione di approfondimento”, che riunisce “tutti quelli che devono mettere mano a questo problema” per dare un messaggio chiaro: “Ci si sta occupando” della situazione. Carlo Panella 11 DIC 2012
Le conseguenze del rinvio del referendum costituzionale Nello scontro tra islamisti, Morsi sceglie i fratelli più duri La piazza egiziana ieri era ancora piena, sette cortei paralleli nel venerdì della preghiera al Cairo, con scontri davanti al palazzo presidenziale, con sfondamento delle barricate. Dietro a quelle porte, mentre il presidente Mohammed Morsi sembra intenzionato a posticipare il referendum costituzionale previsto per il 15 dicembre, continua la lotta più dura: la lacerazione all’interno dei Fratelli musulmani. Le dimissioni di Saif Abdel Fattah, consigliere di Morsi, e di tutti e sedici i consiglieri presidenziali hanno svelato le fratture che tormentano la componente islamista e la stessa Fratellanza. Carlo Panella 08 DIC 2012
La vittoria di Hamas Ahmet Davutoglu, ministro degli Esteri della Turchia, in lacrime in una corsia dell’ospedale di Gaza: è la foto che campeggiava ieri sulle prime pagine dei media musulmani e nulla come questo scatto mostra la vittoria politica che Hamas ha sinora conseguito con la sua offensiva di razzi contro Israele. Per la prima volta, attorno e dietro all’avventurismo jihadista di Hamas si è schierato non soltanto il mondo arabo ma anche il più grande e potente stato musulmano del Mediterraneo. Leggi Gaza, la tregua regge. Ma chi ha vinto? di The Tank Carlo Panella 22 NOV 2012
Se Gerusalemme non vince le guerre Tre guerre “non vinte” non sono tre sconfitte, ma pesano su un paese assediato come Israele. Pesano su tutte le forze politiche israeliane, che le hanno di volta in volta gestite. Nelle ore in cui si decide se la guerra deflagrerà, o sarà congelata sul nascere, il bilancio delle due guerre precedenti proietta un’ombra inquietante sul futuro. Israele “non vinse” la guerra del Libano scoppiata il 12 luglio 2006 e chiusa con l’accettazione della risoluzione dell’Onu 1.701. Il governo di Gerusalemme accettò, per la prima volta, che la sicurezza a ridosso dei suoi confini fosse garantita da una forza internazionale. Leggi I due grandi occhi d’Israele di Giulio Meotti - Leggi L'ultima missione di Hillary - Leggi La diplomazia dei missili di Daniele Raineri Carlo Panella 20 NOV 2012