La questua deve finire Matteo Renzi, giovane leader del governo di un paese invecchiato strutturalmente e soprattutto psicologicamente, nei suoi due discorsi di investitura ha fatto molte promesse finanziarie ai giovani e agli insegnanti per la scuola, alle imprese e agli autonomi per il rimborso di una montagna di crediti della Pubblica amministrazione, ma ha dimenticato di rivolgere un appello analogo a quello di John Fitzgerald Kennedy, giovane presidente di un paese giovanile come gli Stati Uniti che suonava così: “Non chiedete al governo del paese che cosa può fare per voi, ma a voi stessi che cosa potete fare per il vostro paese”. Lo Prete L’Europa è tosta pure con Matteo Francesco Forte 26 FEB 2014
Lugano bella Il referendum svizzero sugli immigrati e i transfrontalieri, vinto con poco più del cinquanta per cento dai suoi promotori che vogliono mettere limiti all’immigrazione, è deprecato dai soloni dell’Unione europea come contrario alla libera circolazione delle persone e isolazionista. In Italia, in particolare, è dannato dai soloni della sinistra perché nega i diritti di libertà di cui la Svizzera dovrebbe essere patria. E giù lagnanze di tutti, per la cattiveria esterofobica elvetica che ci danneggia. Francesco Forte 11 FEB 2014
Garantiti dai Dante bond Il Ft sbertuccia l’economia poetica della Corte dei Conti Il procuratore della Corte dei Conti del Lazio accusa le agenzie Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch di avere abbassato impropriamente il rating del debito pubblico dell’Italia nel maggio, nel luglio, nel dicembre del 2011 e nel gennaio del 2012 con l’argomento secondo il quale si sarebbero (forse volutamente) sbagliate, perché “avrebbero sottovalutato l’alto valore del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro paese universalmente riconosciuto rappresenta la base della sua forza economica”. Francesco Forte 05 FEB 2014
Mazzette di moralismo La felicità sembra sprizzare dai pori della loro pelle quando i giornalisti del Corriere della Sera dedicano tre pagine, dalla prima alla terza, al rapporto europeo sulla corruzione che in Italia peserebbe per 60 miliardi di euro, cioè il 4 per cento del pil. E, ne deduco io, per conseguenza il 5 per cento del valore aggiunto. Dunque ognuno di noi pagherebbe di media il 5 per cento in tangenti a qualcuno per produrre il suo reddito. Leggi anche De Luca Cari colleghi, controllate i numeri Francesco Forte 05 FEB 2014
Quel vento globalizzatore che solo il governo Letta non coglie Ci sono segnali di miglioramento nell’economia italiana nel quadro dell’Eurozona. L’indice Markit degli acquisti delle imprese manifatturiere in Europa in dicembre, infatti, è aumentato a 52,7 sul 51,1 di novembre (50 indica stabilità). La ripresa è guidata dalla Germania, ma l’Italia in dicembre è andata meglio della media europea, arrivando a 53,3. Certo, i magazzini delle nostre imprese manifatturiere si erano svuotati di più che nella media europea, perché la caduta della nostra produzione è stata maggiore, ma il recupero c’è. Francesco Forte 06 GEN 2014
Caro Squinzi, è troppo comodo criticare le aziende pubbliche Un’analisi del Centro studi della Confindustria “denuncia” che le 8 mila imprese pubbliche costano alla nostre casse 24 miliardi annui, pari all’1,4 per cento del pil. E’ uno studio economico, quello di Confindustria, che merita uno studio politico (da parte mia). Sembra che si tratti di un’autodenuncia del patto neocorporativo che lega la Confindustria coi sindacati nazionali. Infatti lo “studio” in sé rileva una cosa già emersa dalla “agenda Giavazzi” riguardante i risparmi nella spesa pubblica. Francesco Forte 28 DIC 2013
Consigli ai principini Non posso resistere a dare consigli non richiesti a Matteo Renzi che si avvia ad avere quarant’anni (nel 2014 ne avrà 39) e a Enrico Letta che sta per entrare nei cinquanta (nel 2014 ne avrà 48). Ciò sebbene la Duchessa in Alice in Wonderland abbia osservato che “If every body minded their own business, the world would go around a great deal faster than it does”. Dopotutto, come scrive Bacchelli nel “Mulino del Po”, “in tempi di scarsi denari abbondano i consigli”. Francesco Forte 24 DIC 2013
Vacuum lettiano Letta vagheggia riforme elettorali ed economiche Nel passaggio dalle larghe intese alle piccole intese, il programma del governo Letta si è ulteriormente raggrinzito e ciò che rimane è pieno di vuoto, con la parola “stabilità” come salvagente. Per le riforme istituzionali e del sistema elettorale, Letta nel suo discorso alla Camera ha espresso un disegno ambiguo. L’indicazione “dobbiamo orientarci verso meccanismi maggioritari” non indica necessariamente il “sistema” maggioritario. Leggi anche Merlo Renzizzarsi un po’ - Brambilla Perché riformare il sistema bancario riguarda anche Letta Francesco Forte 12 DIC 2013
Di stabilità si muore Per il Wsj l’immobilismo di Letta ci porterà al cimitero Mentre il governo chiede la fiducia sulla Legge di stabilità, convinto che il termine “stabilità” sia un mantra, una formula sacra e anche un po’ mistica della sua politica, atta a metter a tacere gli “oltranzisti” ecco l’articolo del Wall Street Journal, pubblicato ieri, intitolato “il governo dell’Italia di Letta ha di fronte la stabilità del cimitero?” (“Is Italy facing the stability of the Graveyard?”). Secondo l’autore, Simon Nixon, uno degli editorialisti di punta del quotidiano americano – che dice di riferire l’opinione di molti leader del mondo degli affari italiano –, la situazione sarà allarmante se il governo Letta durerà altri diciotto mesi. Francesco Forte 25 NOV 2013
Cuneo fiscale adieu. Letta preferisce l’elemosina redistributiva In origine il “clou” della Legge di stabilità consisteva in una manovra per raccogliere risorse al fine di ridurre il cuneo fiscale. Lo chiedevano Pd, Cgil, Confindustria anche sulla base di “studi” dell’Ocse che non si è mai capito in cosa consistano. L’idea originaria era di una manovra di almeno un punto di pil, cioè 16 miliardi, forse divisi in tre anni. A ciò dovevano servire aumenti dell’Iva, tagli di spese fiscali e tassazioni varie mentre per pagare l’abrogazione dell’Imu prima casa (4 miliardi) si sarebbe ricorso ad accise per un miliardo e mezzo e alla Service tax. Francesco Forte 07 NOV 2013