Industriali e politici senza un “piano B” per l’euro? Non sono veri leader Dopo aver ripetuto per anni in consessi e convegni che l’Italia aveva bisogno di un piano A, per restare nell’euro, e un piano B, per essere pronto a uscirne, il 10 e il 23 novembre 2010 ho ripetuto su questo quotidiano la proposta. Essa fece scalpore, ricevetti inviti a partecipare a trasmissioni radio e televisive, ne accettai solo alcuni per controbattere chi mi aveva sbrigativamente catalogato tra gli euroscettici. La risposta dei partiti e della pubblica opinione a una situazione economica insostenibile fu quella di convincere il presidente Napolitano a chiamare a capo dell’esecutivo Mario Monti, il quale indicò i contenuti del suo piano A, escludendo ogni necessità di elaborare un piano B. Paolo Savona 12 GIU 2013
Il Ft, più che di Monti, parla di come si sta nell’euro senza finire succubi Anche se considero quello attuale un momento non adatto a un serio dibattito sulla collocazione istituzionale-costituzionale dell’economia italiana, da cui discende la politica economica da seguire – tema che dovrà essere affrontato dopo le elezioni –, credo sia utile riflettere sulle reazioni scomposte rivolte all’articolo di Wolfgang Münchau sul Financial Times del 21 gennaio. L’articolo in questione presenta due facce: una politica, che considero l’aspetto principale, e una economica. Paolo Savona 23 GEN 2013
Diritto e prassi consigliano un “check up” a certo europeismo Giuseppe Guarino, anche attraverso l’intervista al Foglio di martedì scorso, ha presentato una serrata analisi giuridica dei modi in cui l’economia dell’Ue è stata sia forgiata, partendo dal Trattato di Maastricht e giungendo al Fiscal compact, sia gestita. Egli giunge a una duplice conclusione: l’oggetto del Trattato – promuovere “un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile” – è stato disatteso e le procedure che sono seguite sono illegittime e, quindi, le decisioni nulle. Paolo Savona 13 DIC 2012
Senza eurosoluzione, Monti prolungherà solo l’agonia italiana I mercati non hanno recepito il messaggio di speranza venuto dal recente Consiglio europeo perché il problema di fondo, quello dell’architettura dell’eurosistema, non è stato affrontato. Un’acuta riflessione del professore Giuseppe Guarino indica che gli organismi giuridici, una volta creati, vivono producendo effetti talvolta non previsti, anche opposti a quelli attesi. Guarino li ha chiamati organismi biogiuridici. Il trattato di Maastricht e l’eurosistema hanno prodotto effetti indesiderati rispetto a quelli previsti dal documento “Il costo della non-Europa” voluto da Jacques Delors per propiziarne l’accettazione. Leggi In attesa dell'eurogruppo Lady Spread vola Leggi Se qualcosa può andare male nel mondo, in Europa andrà peggio - Leggi Perché a Draghi non è bastato abbassare i tassi per rassicurare i mercati di Pierpaolo Benigno Paolo Savona 09 LUG 2012
La necessità di un Piano B L'Italia che argina il deficit non legittima l’inerzia europea Forse è la prima volta che gli italiani sono chiamati a sopportare un sacrificio per stare peggio. Il problema da affrontare nel nostro paese ha tre facce: il livello del debito pubblico sul pil, il disavanzo pubblico annuale che lo alimenta e la crescita reale più bassa del costo del debito. Paolo Savona 18 DIC 2011
Ai mercati e ai cittadini non basta l’austerity Se la stabilità fiscale, rappresentata dal pareggio del bilancio statale, e la stabilità monetaria, intesa come inflazione che non eccede il 2 per cento, sono i presupposti dello sviluppo, per l’Unione europea si attende un futuro radioso, dato che tra sussurri e grida tutti i paesi membri si stanno adattando a questa politica. Di ciò, però, non paiono convinti i due attori principali del processo: il mercato – forse è meglio dire le agenzie di rating (che ne hanno combinate più di Bertoldo in Francia) – e i cittadini europei. Paolo Savona 16 LUG 2011
Non snaturiamo gli Euro bond per battere la speculazione Per fronteggiare la speculazione, è necessaria la presenza attiva di un "lender of last resort", o prestatore di ultima istanza, dotato di sovranità monetaria e, quindi, in condizione di immettere sul mercato fondi illimitati Paolo Savona 12 DIC 2010
Due dubbi per il futuro sullo stile bernankiano di Trichet Per la seconda volta la Banca centrale europea ha raffreddato la speculazione, comunicando al mercato che è pronta ad acquistare titoli di stato dei paesi in difficoltà, colmando ritardi e lacune decisionali degli organi dell’Ue Paolo Savona 03 DIC 2010
Perché, secondo Savona, forse conviene uscire dall’Unione o dall’euro Nel 1992 l'Italia ha firmato il Trattato di Maastricht ed è entrata nell’euro fin dalla sua nascita, accettando il vincolo esterno nella promessa di un futuro migliore che non si è realizzato; anzi stringe la corda attorno al collo che si è volontariamente posta Paolo Savona 17 NOV 2010
Valute in barca Tutto quello che c'è da aspettarsi dalla nuova politica monetaria della Cina La Cina conferma l'intenzione di far apprezzare gradualmente la sua valuta nazionale, lo yuan. Oggi Pechino ha infatti fissato ufficialmente il tasso di cambio di riferimento a 6,7980 per un dollaro. Ecco tutto quello che c'è a monte, oltre che a valle, di questa storica decisione. Paolo Savona 22 GIU 2010