Uno lo guarda, lo ascolta parlare, quel modo aulico di gesticolare, di arrotondare le parole, di srotolare un ragionamento come fosse un tappeto dei più pregiati, di folgorare l’uditorio come neppure un solleone estivo, smemorandolo, rincitrullendolo. Lo guarda, dunque, lo ascolta, e se riesce a scansarne la malìa pensa: ma che gran figlio di buona donna.
Roberto Volpi