Tattica, politica e idealismo dietro la “conversione” di Angela Il giorno dopo il piano della Banca centrale europea, il fumo mediatico copre la Germania. “Un assegno in bianco” titola la Bild, il tabloid del gruppo Springer, dall’alto delle sue cinque milioni di copie. Die Welt, il quotidiano istituzionale dello stesso editore, s’interroga sul “bazooka di Draghi” e la Frankfurter Allgemeine Zeitung, considerata la voce della Bundesbank, chiede alla Corte costituzionale di respingere, nella riunione di mercoledì prossimo, il Meccanismo salva stati (Esm). Colpisce in modo particolare l’atteggiamento della Süddeutsche Zeitung: “Draghi finirà per spingere i tedeschi sulle barricate”, scrive. E’ vero che il quotidiano vende soprattutto in Baviera, regno della Csu (il Partito cristiano sociale), ma è sempre stato vicino alle posizioni della socialdemocrazia storicamente forte a Monaco. Leggi Un Draghi inedito: non sottovalutate le Banche centrali nella storia dell’euro di Marco Valerio Lo Prete - Leggi L'Europa è solo una moneta Stefano Cingolani 08 SET 2012
Mappa ragionata CRISI VERE E CRISI ARTEFATTE Centocinquanta “tavoli”. O forse di più. Tanti, innumerevoli sono i dossier depositati ai ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro. E durante il fine settimana sono diventati i titoli di testa dei tg, mentre i quotidiani hanno dedicato loro pagine ricche di foto, grafici, tabelle. Storie drammatiche. Ma siamo sicuri che se ne parli in modo serio? L'editoriale / 1 Con il Sulcis (o giù di lì) - L'editoriale / 2 Allarmismi commerciali Stefano Cingolani 04 SET 2012
Le vere munizioni anti Armageddon Non è successo. L’armageddon d’agosto è rinviato. E i menagramo d’ogni latitudine adesso scelgono settembre come mese della verità. Il 6 si riunisce il consiglio della Bce, il 12 l’Alta corte tedesca deve decidere sul sistema salva stati, poi ci saranno i rituali incontri del Fondo monetario. Sarà, ma finora (è d’obbligo mettere le mani avanti) l’attacco finale al debito italiano e spagnolo non c’è stato. Come mai? Hanno creduto più a Mario Draghi presidente della Bce che a Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Leggi Bollettino della crisi Stefano Cingolani 24 AGO 2012
Fare Cuccia senza essere Cuccia E’ possibile fare il mestiere di Enrico Cuccia senza essere Cuccia? La domanda è d’obbligo leggendo gli sviluppi dell’ultimo (in ordine di tempo) feuilleton su Mediobanca e il club dei vecchi amici (tra i quali spicca Salvatore Ligresti). La risposta è facile: no. Più difficile, invece, risolvere il dilemma sul futuro della banca d’affari che un tempo custodiva i segreti dell’alta finanza milanese, nascondendoli a tutti, soprattutto a vigilanti e controllori. Di Cuccia ce n’era uno solo. Per fortuna dicono gli alfieri del mercato. Stefano Cingolani 03 AGO 2012
Sfida al modello euroitaliano Cosa c’è dietro l’attacco concentrico (e tedesco) a Draghi e Marchionne La Volkswagen contro Sergio Marchionne. La Bundesbank contro Mario Draghi. Storie diverse, personaggi diversi, differente anche il casus belli. Eppure colpisce che nello stesso giorno autorevoli esponenti del Modell Deutschland attacchino in modo pesante (e sgangherato nel caso del gruppo automobilistico) le due figure oggi più rilevanti del modello italiano. Certo, Marchionne è un cittadino del mondo. E Draghi è stato raffigurato dalla stessa Bild Zeitung, la voce di dentro della Germania profonda, con in testa l’elmo chiodato dell’antica Prussia. Stefano Cingolani 28 LUG 2012
Draghi o Merkel? Le due vie d’uscita Venerdì il contagio spagnolo, ieri il bubbone greco. Le Borse cadono. Lo spread sale. E ogni giornata finanziaria precipita nelle tenebre, con scambi volatili e sempre più rarefatti sui titoli pubblici. La partita vede attorno al tavolo tre giocatori: i mercati, i governi e la Banca centrale. La posta è l’euro. I mercati non smettono di rilanciare finché non trovano il punto di rottura. I governi non sono in grado di tener testa perché a Bruxelles prendono degli impegni e poi a casa loro li contraddicono: non fa eccezione la Germania. Stefano Cingolani 24 LUG 2012
“Tasse sì, tagli mai” “Questa non è una manovra bis, ma un cambiamento strutturale. Si tratta di ridurre gli sprechi salvando i servizi”. Mario Monti, aprendo ieri il tavolo con le parti sociali, ha parlato. Ma chi lo ha ascoltato? Susanna Camusso, leader della Cgil, lancia l’allarme rosso. Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, si straccia le vesti per i suoi statali (se ne andranno un impiegato e due dirigenti su dieci, ha confermato Vittorio Grilli viceministro dell’Economia). Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, si augura che ci siano i soldi per pagare i fornitori e vuole sostegni alle costruzioni, i portavoce degli enti locali sbraitano perché i fondi periferici vengono ridotti più di quelli centrali. Leggi l'editoriale Sulla spesa pubblica i sindacati uniti da una strategia sfascista - Leggi Un assaggio di spending review Stefano Cingolani 04 LUG 2012
Bolle e balle Sarà perché incombe la crisi dell’euro, sarà per Angela Merkel e il vertice dell’ultima spiaggia a Bruxelles, ma questa volta il florilegio sull’eterna sfida Italia-Germania sfiora il sublime. Del resto, non manca nemmeno Goethe l’Olimpico. Insieme con Verdi vs Wagner, le banalità di Moravia sui tedeschi organizzati e gli italiani pasticcioni, l’infanzia di Gramellini, l’immancabile ricordo di Strehler, Inge Schöntal vedova Feltrinelli e Antje Dippel, mamma di Montolivo. Stefano Cingolani 29 GIU 2012
La doppia verità di Berlino e Parigi E’ sostanza o accidente? Parola o cosa? Alla vigilia del vertice che dovrebbe salvare l’euro (almeno stando alle aspettative suscitate) si ripropone l’antico dilemma di Don Ferrante di fronte alla peste. Ieri sera si è svolto un incontro preliminare tra la cancelliera Merkel e il presidente francese Hollande. Rivive, dunque, l’asse renano? Una cosa è l’immagine, tutt’altra la realtà. “Abbiamo lavorato bene sullo sviluppo”, è la dichiarazione ufficiale. Leggi il bollettino della crisi Stefano Cingolani 28 GIU 2012
Bando ai tabù E’ giusto che l’Italia discuta e negozi in Europa. Quanto ci costa uscire dall’euro? Angelo Panebianco ieri sul Corriere della Sera ha posto la questione senza giri di parole. Per il politologo i costi sono eccessivi e soprattutto politici: cadendo il vincolo esterno, “l’Italia si ritroverebbe nelle condizioni di una zattera alla deriva nel Mediterraneo”. Anche il cemento nazionale, quello che ha tenuto insieme nord e sud, s’allenterebbe fino alla frattura finale. Senza contare il pericolo per la stessa democrazia. Stefano Cingolani 22 GIU 2012