Zero in governance all’Europa Rullano i tamburi dell’ultimatum, anche se il vertice di oggi potrebbe finire con l’ennesimo penultimatum: l’Ecofin è stato cancellato, quindi niente ministri operativi, si vedono solo i capi di stato e di governo, ma chi si arroga il diritto di decidere per tutti non è in grado di decidere per se stesso. Il presidente di Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, annuncia accordi dirompenti, ma la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è nelle mani della commissione bilancio del Bundestag, segnata dagli umori dei morenti liberali e degli scalpitanti bavaresi. Leggi Consigli liberali per Draghi Stefano Cingolani 26 OTT 2011
Dizionario degli inganni messi a punto dagli apocalittici Wei Ji, due ideogrammi, pericolo e opportunità. In cinese, crisi si dice così. E Canning Fox che da Hong Kong guida il colosso delle telecomunicazioni Hutchison Whampoa (in Italia gestisce “3”), spiega: “E’ come il sogno di Giuseppe nella Genesi, ma al contrario, per noi sono cominciati i sette anni di vacche grasse”. Chi sa cogliere l’occasione, cambia e si sviluppa. Nell’esausto occidente, invece, trionfa imperioso il pensiero negativo. Eppure, passando in rassegna le voci che arrivano dall’Apocalisse, si scoprono sorprendenti verità. Stefano Cingolani 24 OTT 2011
Cosa deve fare l’Italia per combattere la sussiegosa impotenza europea L’asse Parigi-Berlino? Il motore franco-tedesco? Non scherziamo. Per capire come vanno davvero le cose, basta passare in rassegna la tragedia greca, madre di tutte le tragedie europee dei nostri giorni. Il 28 gennaio 2010 George Papandreou si presenta al forum di Davos, dove è sempre ospite gradito, e davanti al consesso di banchieri e politici, riuniti come ogni anno sulla “montagna incantata”, illustra le misure draconiane (almeno così sembravano) approvate per aggiustare i conti. Stefano Cingolani 21 OTT 2011
Quanti inganni nei lamenti apocalittici sui tagli alla spesa pubblica Gli ultimi a protestare sono i poliziotti. “Indignati siamo noi”, gridano, e non solo perché sono al fronte contro autonomi, antagonisti, black bloc. Ma perché debbono anche tirare la cinghia. Se la cavano meglio le mezze maniche che siedono davanti alle scartoffie dei ministeri: hanno salvato infatti i buoni pasto, simbolica incarnazione della lotta di classe nel Secondo millennio. Tagli, tagli, apocalisse della spesa pubblica: “Macelleria sociale”, “rigore a senso unico”, “manovra recessiva”. Stefano Cingolani 18 OTT 2011
“Lasciateci fallire”, il paradosso che unisce draghetti e liberisti “Lasciateci fallire in pace, banca fallita banca ripulita, l’azzardo morale non è morale”. I ragazzi che bivaccano davanti alla Banca d’Italia gridano slogan ed enunciano concetti che non s’erano mai sentiti. Se non, paradosso dei paradossi, in bocca a quelli che dovrebbero essere i loro più agguerriti avversari ideologici: i liberisti, nemici giurati dei salvataggi, convinti che siamo vittime di un intreccio perverso tra la plutocrazia e l’oligarchia, la maledizione delle 2 W, Wall Street e Washington. Sì, proprio così. Leggi L’establishment schizofrenico che sta con la Bce e con gli indignados di Francesco Forte Stefano Cingolani 15 OTT 2011
La crisi vista dal paradiso Art. 1, comma 2. L’autorità è fondata sul re (presidente) e sul popolo. Essa viene esercitata da entrambi secondo le disposizioni di questa Costituzione”. Fermi tutti. Altro che “We the people”, come scrissero i costituenti americani. Una sovranità divisa, quindi una non sovranità, diceva già nel XVI secolo Jean Bodin. Il presidente, pur eletto dal popolo, diventa un suo pari. E il re non è una mera espressione dell’unità nazionale, trasmette il trono per via ereditaria e cogestisce il potere. Insomma, torniamo agli statuti, al 1848 o prima ancora. Stefano Cingolani 02 OTT 2011
Proposta concreta e controversa per politiche pro crescita “Siamo come su un jet che sobbalza, perché fuori c’è tempesta e l’aereo non è dei migliori. I passeggeri sono allarmati, il pilota sa che non c’è pericolo, ma sa che a lungo andare, senza preavviso, se manca la benzina (cioè la crescita) l’apparecchio può perdere l’assetto di volo e quindi avvitarsi. Un attimo, che può sorprendere tutti”. Luigi Abete, presidente di Bnl e di Assonime (l’associazione tra le società per azioni), descrive al Foglio con un’immagine la crisi. Il velivolo rappresenta l’economia italiana, appesantita dal debito e minacciata da una stretta del credito che per ora non c’è, ma incombe. Stefano Cingolani 26 SET 2011
Bce e governo, sveglia Che cosa aspetta la Bce ad abbassare i tassi di interesse? Fino a quando le cancellerie europee nasconderanno la testa nella sabbia, invece di concordare una politica di stimolo economico? E perché il governo italiano non sblocca l’annunciato programma di sviluppo? Non un piano pluriennale di sovietica memoria, ma misure immediate, rapide ed efficaci per dare slancio alla domanda interna, ai consumi e alla produzione. Le borse scagliano fulmini e saette: quelle europee hanno ceduto tra il 4 e il 5 per cento (Milano il 4,5). Stefano Cingolani 23 SET 2011
La sferzata dei Bernanke Le cinque maggiori banche centrali del mondo (Bce, Federal Reserve, Bank of England, Banca del Giappone e Banca nazionale svizzera) hanno annunciato un intervento coordinato per fornire liquidità in dollari agli istituti di credito europei a corto di biglietti verdi: tre prestiti trimestrali a tasso fisso, a ottobre, novembre e dicembre. E’ una operazione simile a quella realizzata dopo il crac di Lehman Brothers esattamente tre anni fa e ciò fa alzare il livello di allarme. Ma i prestatori di ultima istanza questa volta hanno agito d’anticipo. Un cambio di passo rispetto all’attendismo degli ultimi tempi. Leggi Imprese, piagnisteo e buoni propositi . Confindustria teme la decrescita e va all’arrembaggio riformatore - Leggi La Marcegaglia su Roma di Giuliano Ferrara Stefano Cingolani 16 SET 2011
Alla Germania e all’Europa serve un Krugman a Berlino Pensiamo l’impensabile: non la fine dell’euro perché a questa ormai puntano in molti; tanto meno al default della Grecia perché al fallimento controllato sta già lavorando il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, e Angela Merkel ieri lo ha di fatto annunciato. No, l’impensabile è che la Germania, scattata come una molla nel 2010, grazie alle esportazioni, lanci un vero e proprio programma di espansione della domanda interna. Leggi L’euromasochismo di Giuliano Ferrara Stefano Cingolani 14 SET 2011