Giocare sulla sinistra Ci doveva provare col compagno Togliatti, il (non) compagno Renzi. Alle Frattocchie per un ripasso, lo rimandava. A raccattar palle a bordo campo (del partito), lo spediva. Stefano Di Michele 25 GIU 2014
L’attesa della vendemmia Indugia e aspetta. Il vino buono o un tuìt di Matteo. Per ripartire. Si è rifugiato sulla terraferma. Omerico per passione e per identificazione – l’Ulisse che ognuno batte con astuzia più che con forza, le onde solca e il timone tra le forti mani stringe – ha posto fine all’epica dell’Ikarus. Stefano Di Michele 24 GIU 2014
Presunti ministri I ministri dell’Ndc, che nell’immaginario del premier figurano come i giovani in quello di Cetto La Qualunque: “Sono un problema e non una risorsa”. Non che tutti e tre diano da pensare come il discolo Alfano, che lasciato incustodito, appena a un tuìt a portata di dita ti apre un casino con una procura ma insomma, ecco, di gloria non si coprono Stefano Di Michele 19 GIU 2014
Memorial Caffè Scese giù dal sesto piano – Federico Caffè, professore illustre di Politica economica, quel pomeriggio di trent’anni fa. Lentamente, scese. Pallido, dissero. Vestito di scuro, come sempre. Stringeva mani, riceveva sorrisi. Stefano Di Michele 09 GIU 2014
Il presago Zagrebelsky, che oramai si teme connivente con il sistema Facciamoci un esame di coscienza”, dice il prof. Gustavo Zagrebelsky nella prima colonna (pag. 22, Fatto 4 /6/2014). “Veniamo all’autocoscienza”, esorta sempre il prof. Zagrebelsky, ovviamente sul Fatto, ma nella seconda colonna. “Ora, continuiamo a farci questo esame di coscienza”, sprona il prof. Zagrebelsky (chi altri?), sempre sul Fatto di ieri (dove altro?), ma stavolta nella terza colonna. Che è poi l’ultima, quasi una colonna d’Ercole: e dunque l’invocata, tormentata più che tormentosa, coscienza concede così finalmente un po’ di tregua, pur restando, si capisce, vigile e alleprata. Stefano Di Michele 05 GIU 2014
Insegnanti C’è quello rassegnato. Il professore allunga l’occhio sconfortato sul vasto atrio dell’Istituto Tecnico. Periferia romana. Annusa l’aria – venti contrari, venti di sempre, mai un refolo a favore. C’è odore di caffè in giro. Pizzette e cornetti. Pizzette con mortadella. Prosciutto e formaggio. “Ancora ’sta mortadella? Volemo pure er chebbabbe, prima o poi! Famose moderni!”. Ecco. Zaino/alunno/smartphone compongono un tutt’uno – creatura aliena, diversi pezzi montati insieme, il piccolo implacabile Frankenstein – un po’ così carino, un po’ così stronzetto – che moltiplicato per trenta e trenta e trenta, trenta per classe per tre classi, ogni giorno occorre fronteggiare. Stefano Di Michele 02 GIU 2014
Finita la marcia su Rapallo / 6 Viva Matteo il Magnifico, il democristiano che vendica noi pre/post/ex comunisti Come certi furono salvati dalle vecchie zie, noi pre/post/ex comunisti siamo stati salvati dai democristiani. Si è trattato di un investimento lungo come dieci piani quinquennali, tre Repubbliche (prima, seconda e terza) e un paio di direttori di Repubblica (peraltro i soli: Scalfari e Mauro). Ma alla fine ha dato il suo frutto, roseo e succoso: Matteo Renzi. Fortificato tra i boy scout, unto da Mike alla “Ruota della fortuna”, democristiano/1 del Ppi (non avendo, anagraficamente, potuto acchiappare l’originale Dc: non mancò il desiderio, piuttosto gli anni), democristiano/2 della Margherita, in rutelliano transito, finalmente democristano/3, completamente appagato (e noi con lui) nel Pd – insieme tentazione e garanzia. Leggi anche i commenti Armeni , Buttafuoco , Mancina , Marcenaro e Cirino Pomicino Stefano Di Michele 27 MAG 2014
Il cardinale espiatorio Dal colletto sempre un po’ troppo largo, la testa di Sua Eminenza si sollevava verso l’alto, come sorridente testuggine. Così in foto. Così in realtà. Così nel ritratto, dovuto al pennello della pittrice olandese Elisabeth Cyran, oltre che alla generosità della banca Carige, che adesso figura nell’episcopio di Genova. Un po’ l’essere salesiano, un po’ il carattere, il cardinale Tarcisio Bertone pareva sorridere sempre. Ridere, meglio. E persino in curia – dove quasi sempre il ridere prelatizio è più simile a singulto smorzato, fruscio di labbra, battito di ali di passero: hi-hi-hi-hi-hi… Stefano Di Michele 25 MAG 2014
Ahi, povero Vendola, finito nello smacchiatore morale di MicroMega E adesso, povero Nichi, tocca a te. Come un Berlusconi del Tavoliere, come un D’Alema al timone dell’Ikarus, come un Napolitano che trama il golpe. Tu che facevi il poeta e il comunista, il comunista ma pure il cristiano, Berlinguer e don Tonino, Pasolini e antico bracciantato – tutto un tremore e tutto un sussulto, “siamo belli perché siamo pieni di difetti, perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe… perché abbiamo bisogno d’amore, per questo siamo belli”. Lo stesso tocca a te, povero e fragile (bello, mah…) Nichi – magari ti tremeranno le gambe davvero, anzi: vorranno davvero farti tremare le gambe. Stefano Di Michele 14 MAG 2014
De Mita da Nusco a Nusco E’ l’ultimo della sua specie. Il Supremo Superstite. L’ultimo grande democristiano che ancora attraversi il continente emerso dopo la glaciazione dell’èra del Biancofiore – l’altro è Forlani, che però la penombra quietamente preferisce, e con essa il silenzio e l’invisibilità. Invece Ciriaco c’è. L’ultimo dei democristiani che ebbe tra le mani un potere immenso – che come il Berlusconi fu lodato, come Monti considerato, come Renzi celebrato (e anzi, come Renzi tutto sommò: partito e governo): “A’ Cirì, dicci qualcosa”. Qualsiasi cosa, Cirì – dallo spizzichino alla globalizzazione, illuminaci, Cirì. Luigi Ciriaco De Mita è un superbo mammut (e mammut è detto qui a motivo di stupore, come potrebbe dirsi del bue primigenio, come di uno pterosauro: stupore di bestia non più vista, complessa, dall’elaborato Dna, altro che il modello basico ruminante che ora si aggira), e pure un grande migratore, che il mondo ha girato, e che sul luogo d’origine al tramonto torna: come saggia testuggine che va a depositare le uova nel luogo esatto dove lo stesso suo uovo di schiuse. Stefano Di Michele 28 APR 2014