Uffa che barba La prima botta di vita, a crisi finita, sarà con la lametta. Pure bilama, crepi l’avarizia. Dribblato lo spread, appianato il debito, ringalluzzito il pil, sarà la rivincita di Figaro e la dipartita del crine. Schiuma e lama, dopobarba e lametta: i barbieri promettono straordinari pure di lunedì. Così è, e così pare – a leggere la ricerca di certi australiani dell’University of South Wales (queste università ricercano su tutto, ma proprio tutto), pubblicata sul Royal Society Journal Biology Letters (che onestamente non pare destinato a fare concorrenza ai benemeriti Cronaca vera e Oggi reperibili in loco, a volte con numeri di una tale anzianità da sfiorare l’èra dei telefoni a gettoni). Stefano Di Michele 22 APR 2014
Agnus Dei Qui si eleva un inno alla sacralità degli animali Sì, certo. Però è così chiaro. Ma sono lo stesso confuso, adesso. Sto guardando i miei piedi. Eppure è chiaro. Chiaro come lo starec Zosima. Chiaro come Dostoevskij che gli dà respiro e vita: “Amate tutta la creazione divina, così in blocco, come in ogni granello di sabbia. Per ogni minima foglia, per ogni raggio del sole di Dio, abbiate amore. Amate gli animali, amate le piante, amate le cose tutte. Se amerai tutte le cose, penetrerai nelle cose il mistero di Dio…”. Dice ancora, il saggio (e santo) monaco: “Gli animali abbiano l’amor vostro; ad essi il Signore ha donato un germe di pensiero e una gioia imperturbabile. Stefano Di Michele 19 APR 2014
Signor capo della Polizia, non dica mai più cretino a uno dei suoi Che un poliziotto possa essere cretino è sicuro (più la categoria è vasta, più comprensibilmente la patologia è diffusa). Che il poliziotto di Roma sia cretino non è ancora detto. Nonostante il capo della Polizia, prefetto Pansa, abbia appunto detto – è un cretino, venga avanti! Il prefetto della capitale, prefetto Pecoraro, per non far torto prefettizio al collega prefetto Pansa suddetto, l’ha messa così: trattasi, nel caso dello sbirro artificiere, di comportamento “apparentemente inspiegabile”. Per non dire, e a voler essere maligni nell’intervista a Repubblica la cosa si potrebbe pure intendere, che “apparentemente inspiegabile” sia piuttosto la parola usata da Pansa. Stefano Di Michele 17 APR 2014
Partito animale Quasi quasi viene voglia di votarlo, il Cav. affratellato a Dudù nella lotta per salvare cani e gatti abbandonati. Ora: la rivoluzione liberale è andata come è andata, il partito è quello che è, i giudici sono quelli che sono, pure Verdini è andato in vacanza (che Denis in vacanza pareva cosa ancora più improbabile di Scajola alle europee), su e giù per gli antichi scaloni di palazzo Grazioli la solita pletora di fessi e questuanti. E poi Renzi: vabbe’, Matteo sarà pure il miglior amico del Cav., ma è risaputo che il miglior amico dell’uomo in assoluto c’ha il muso peloso, quattro zampe e la coda. Leggi anche Langone Forza Uomini Stefano Di Michele 01 APR 2014
Quirinale, che sorpresa! Felici gli anni, quando c’era la riserva sottomano – il Gran Notabilato, i Cesare Merzagora a disposizione, i Giovanni Leone sottomano, persino Scalfaro nell’emergenza bombarola e stragista, e l’europeista Ciampi, per ben figurare con Azeglio continentalmente. E anche Napolitano – sempre il sublime raffinato notabilato, cui il Palazzo che fu del Papa e poi del re quasi sempre si consegna (non abbastanza consegnato al ruolo, né ancora votato alla vigna umbra, era allora D’Alema, come invece il sublime notabile numero due della storia repubblicana, Luigi Einaudi, che poteva vantare applicazione al barolo in quel di Dogliani: la proprietà di qualche filare sempre a un’aura di benemerito Cincinnato avvicina). Stefano Di Michele 30 MAR 2014
I primi novant’anni di Macaluso Prende e riprende passione, respiro e posizioni scomode. Persino, e molto, si diverte. Dura così bene, Macaluso, perché di dura passione è fatto. Passione non fanatica, ma passione vera. Un ritratto Stefano Di Michele 21 MAR 2014
Chiedi chi era Berlinguer. La risposta è nel documentario di Walter V. Quell’anno, l’anno in cui morì – davanti a tutti: e chi non lo vide morire, lo sentì almeno morire – c’era chi cantava (gli Stadio cantavano) “chiedi chi erano i Beatles”, e la ragazza quindicenne non lo sapeva, “i Beatles non li conosco, neanche il mondo conosco”. Trent’anni dopo che lui è morto, se ora chiedi chi era Berlinguer non lo sa la ragazzina quindicenne e non lo sa la signora cinquantenne – né gli amici né i genitori né i vicini di casa. I nonni, forse: se non sono del tutto rincoglioniti causa età. Wikipedia, certo: ma bisogna digitare il nome. E il nome non lo conoscono. E il nome non dice niente. Enrico Berlinguer, chi era? E ti rispondono che forse è “famoso” – l’orrida condizione per avere attenzione. Stefano Di Michele 19 MAR 2014
Il governo della via Pál A parte la mancanza di rispetto, già lamentata da Oscar Wilde, per i capelli tinti (oltre che per i baffi imbiancati, come quelli di MdA – da antiche cifre su sartoriale camicia, ora che lo stile e la convenienza e l’attenzione all’asola spingono piuttosto verso il “quattro al prezzo di tre”), i “ragazzi della via Pál” che hanno espugnato Palazzo Chigi – come mai riusciranno a fare gli eroi letterari di Molnár col palazzone che mangerà il loro prato – di rispetto ne hanno poco pure per la forma. Godendo della fortunata combinazione tra simpatia mediatica e “bellezza dell’asino”, berlusconianamente ambita e renzianamente esibita, un po’ garbatamente innovano e un po’ sgarbatamente forzano. Stefano Di Michele 03 MAR 2014
“Meno siamo, meglio stiamo”. E il Dr. Gribbels si dà alle videoepurazioni Certo, la clemenza di Gribbels non è come quella di Tito – “tutto so, tutti assolvo e tutto oblio”. Era fenomenale vederlo ieri, nel suo solito videomessaggio – dal levante al ponente al mondo tutto – sistemato di lato vicino al camino, un po’ sghembo come in un film di Herzog (“Beppe, furore di Dio”), inquietante simil-spatolato salmonato alle pareti, pronunciare il suo solito “extra omnes!” rivolto a qualche grillino al solito un po’ troppo parlante. Fenomenale la scena, fenomenale (pur se ripetitivo) Beppe, fenomenale il suo argomentare. Stefano Di Michele 26 FEB 2014
Ave Tevere, lercio e divino Poi, quando l’acqua si ritira, e i piccoli alberi ai lati del fiume tornano alla luce, ecco lo scenario allucinato che per mesi e mesi perdura – come micidiale colesterolo nelle vene che alimentano la città: sui rami un susseguirsi di addobbi osceni di buste di plastica, stracci, immondizia varia. Salgono fin lassù, al posto degli uccelli – con l’acqua, e lassù restano a seccare, a sfarinarsi – sotto il sole. Il biondo Tevere oscilla verso il grigio-marrone, e satollo di ciò che dentro il suo corpo (quasi sempre) placido la disattenzione e la maleducazione gettano, vomita sulle sue stesse rive per non soffocare del tutto. Stefano Di Michele 17 FEB 2014