Che poi, neanche c’è da starci tanto a pensare sopra, si sa. Buttarsi o non buttarsi? Buttarsi, signora Karenina, tra binario e motrice – sotto il treno, dopo averlo fatto tra le braccia di quel bellimbusto del conte Vrònskij. “Nell’obliqua ombra serale dei sacchi ammassati sulla banchina, Vrònskij…”. Non si può mettere piede in una stazione, pare, tanto all’inizio della faccenda quanto alla fine della stessa, senza incappare nel milite seduttore. Anna K. dietro la veletta, Anna K. dietro i vetri ghiacciati.
Stefano Di Michele