Arriva Matteo, il bambino che si mangia i comunisti Così è sparita la Ditta Così, tra la primavera dello scontento bersaniano e l’autunno dell’intronazione renziana, la Ditta sparì. O meglio: cambiò ragione sociale, passò di mano. Chi era alla porta finì dietro la scrivania di comando, chi era al comando fu costretto a scivolare nei corridoi. “La Ditta!”, evocava ed esorcizzava Bersani – confidenzialmente, a volte “La Bocciofila”: ultimo di una gloriosa stirpe, il Romolo Augusto detto Augustolo di chi veniva da lontano e non troppo lontano poi andò, e in diretta streaming infine si arrese. Lì e non oltre arrivò – Bersani che portava l’orgoglio e il peso e infine l’inadempienza di quel lontano venire. Stefano Di Michele 15 SET 2013
Il giorno che fummo todos compañeros Vi racconto il Cile che mi porto dentro da 40 anni Però la voce, cazzo!, la voce tremava – e invece doveva essere alta, forte, indignata. Indignati lo eravamo tutti, ma la voce tremava per conto suo – la prima volta, si capisce. Faticava a uscire, si smarriva nell’aria. Tremavano pure le gambe. La causa era nobile, nobilissima; l’oratore inadatto, inadattissimo. Adesso come quarant’anni fa. “Pe primo hanno ammazzato er Presidente / che s’è difeso mejo d’un leone; / ma alla fine è caduto eroicamente: / la forza bruta ha vinto la raggione…”. Bandiere rosse/bandiere cilene/bandiere rosse/pugni chiusi/bandiere cilene. Ferrara L’ingenuo Allende. Quanti errori dietro la favola bella della rivoluzione socialista Stefano Di Michele 09 SET 2013
Perché il Cav. è di sinistra Che il Cav. fosse sempre stato, come si diceva negli anni Settanta, “un compagno coi controcazzi”, è ampiamente testimoniato – in parole, opere (pur con qualche omissione, in verità) e articoli. Ce n’è uno fenomenale, comparso su Repubblica nel novembre 2000. Titolo: “Berlusconi di sinistra”. Autore: Claudio Rinaldi, mitico direttore dell’Europeo, di Panorama, dell’Espresso. Parlava, Rinaldi, dell’avvio della campagna elettorale – che poi il Cav. avrebbe vinto. Partiva dall’invocazione morettiano (lì eravamo, lì siamo), “D’Alema, di’ qualcosa di sinistra!”. Giuli L’eretico e la gauche-stoccafisso Stefano Di Michele 28 AGO 2013
Un dì diremo che era meglio B. Più di vent’anni fa, veniva giù il Muro – ogni vent’anni, più o meno, un muro viene giù. Tra i calcinacci, pure l’antico glorioso nome spariva. Chiese la piccina: “Non siamo più comunisti, babbo?”. E il genitore: “No. Ma ci mancheremo” – così Altan, in una fenomenale vignetta che spiegava tutto. Tutto davvero: ciò che accadeva, ciò che sarebbe accaduto. Vent’anni dopo – e oltre. E vent’anni fa – esattamente: monetine volavano nella notte contro l’ingresso di un albergo: “Bettino, mangiati pure questa!”, lire ora perdute come sesterzi, e un potente sulla via del tramonto, della fuga, dello svanire doloroso e rabbioso su una spiaggia, dall’altra parte del mare. Stefano Di Michele 25 AGO 2013
La sinistra masochista e tutti quei vacui discorsi intorno alla felicità Giusto questo ci mancava – non si riesce neanche a trovare la data del congresso, che subito bisogna gettarsi su una faccenda molto più complicata (anche se a prima vista niente sembra complicato come il congresso del Pd): la felicità. Questione che, da Epicuro a Schopenhauer ad Albano & Romina, nel corso dei millenni le menti più eccelse ha coinvolto. Ora si chiede pure a Epifani di dire la sua. Sull’ultimo Venerdì di Repubblica, è stato Curzio Maltese a indicare la rotta: “La triste fine della sinistra che parla solo di pil e non cerca più la felicità” – concentrarsi e impegnarsi, compagni tutti, nella “ricerca della felicità”: alla ricerca e alla lotta. Stefano Di Michele 20 AGO 2013
Sede vacanza Che sia rapido il bagno, tenue l’abbronzatura, parco il desinare. Sia un deambulare pensoso quello sulla spiaggia, tra le onde meditative bracciate, sotto l’ombrellone assorte riflessioni – sul fato del paese non meno che sul grado di protezione della crema solare. Si sta, sulla sdraio, già come foglie sull’albero dell’autunno caldo che verrà: compostamente, a gambe unite. Un ozio operoso è richiesto, uno svacco impegnativo, un pronto accorrere al primo vagire del dovere. E’ l’estate del pudore della vacanza: rapida, breve, mesta. Stefano Di Michele 13 AGO 2013
Le parole invincibili Sabato sera, agosto. Roma. Interno casa. Correzione: esterno. Terrazzo casa. Gruppo di amici democratici metropolitani. Cena. Voci. “Così si può fumare…”. “Beh, svapare si può svapare pure in casa…”. “La macchinetta, mica il Toscano. Mi sembrate tutti col termometro in bocca”. “A proposito: avete provato l’aroma alla liquirizia?”. “Riconosciamolo: una grande invenzione, le e-cig”. “Vero…”. “Niente di meglio, finora, dopo Gutenberg e lo slow food…”. “Mah, io continuo a farmi le sigarette con il tabacco”. “Il tabacco? Ancora col tabacco…”. “Sì, ma questo è biologico… Lo producono i nativi americani, col cazzo che do i soldi alle multinazionali!”. “Ma si è messo a fare la pubblicità alle e-cig pure er principe! Nun lo so, fumamo monarchico, adesso?”. Stefano Di Michele 11 AGO 2013
Lando, Buzzunca, il Montatore e le vene. Scene da una formidabile parodia Ma certo, sicuro che è stato il sole, tutta colpa del sole – Stige e Caronte, sole da oscuro inferno, sole di luce che brucia. E tutto insieme pesa – gli anni e lo stress, la fatica e la memoria – e tutto insieme schiaccia. E poi, mica per tutta la vita si resta allegro merlo e maschio da tre palle, e magari la fatica dell’homo eroticus è come la prima fatica di quel primo film, a fare lo schiavo ai remi di una galea in “Ben Hur” – la fatica di sempre. E’ questione di cuore e di pressione, allora, non di ragione. Non è tipo da tagliarsi le vene, Lando Buzzanca – non viene da dire: Lando Buzzanca, e poi aggiungere: suicidio. Stefano Di Michele 08 AGO 2013
Delusione Rep. Quel tormento dei Repubblicones che non riescono a convincere i grillini a un governo con il Pd A dar retta a Repubblica, per convincere Grillo a fare un accordo con il Pd bisogna farlo bere. Tre bicchieri di Cannonau, almeno, di quello buono – che “in vino veritas”, così scrissero a Largo Fochetti (lunedì), insieme ciceroniani e riformisti e vignaioli. In sostanza: quello trinca, gli si illumina tutto il firmamento, altro che cinque stelle, e muove il passo verso Epifani, a far in solidale intesa costellazione e magari governo: “Stavolta sarebbe difficile dire no come a marzo…”. Il giorno dopo (martedì), assimilato, si vede, il Cannonau governativo, Grillo smentisce e sfotte e ribatte: “Mai con il pdl, mai con il pdmenoelle”. Stefano Di Michele 07 AGO 2013
Fermi immagine sulla balconata azzurra del Cav. prigioniero Meglio della moretta da chitarra romana, “affaccete ’n tantino alla loggetta / se semo aridunati tutti quanti”, la balconata di Palazzo Grazioli. Da qui e là, lungo la balaustra, gran folla per tutti i gusti – sbatter di ali di colombe e falchi, ressa di aquile e tordi. Giusto Lui non c’era – e figurarsi se ora segnata dal destino quella non fosse. Così ognuno ad aspettarlo e a immaginarselo, all’opera e in parole: “Moderati di terra, di mare e dell’aria! Camicie azzurre della rivoluzione liberale!”. Invece, dal mite balconcino, tricolorato e anch’esso un poco addolorato, passava di tutto e tutti passavano, ma non Silvio l’Amoroso. Stefano Di Michele 06 AGO 2013