Non voglio leggere per condividere, ma per evitare la gente

Antonio Gurrado

Inspiegabile smania di far incontrare i lettori, in appositi circoli oppure virtualmente. L’ultima è un’app di Anobii per condividere il proprio scaffale, scoprire cosa leggono gli altri e commentare tutti assieme.

Inspiegabile smania di far incontrare i lettori, in appositi circoli oppure virtualmente. L’ultima è un’app di Anobii per condividere il proprio scaffale, scoprire cosa leggono gli altri e commentare tutti assieme. Ma la cultura è ciò che mi differenzia da un altro per scelte intellettuali che ho operato con indipendenza, non ciò che mi accomuna a lui appiattendomi; quindi non scorgo l’utilità di consultarmi regolarmente con persone che leggono ciò che già sto leggendo per conto mio. Non so voi ma io leggo anche per evitare di avere a che fare con la gente; se avessi vaghezza d’incontrarla, anziché murarmi dietro un tomo andrei in palestra, in discoteca, al supermercato, lì dove nessuno legge e tutti combinano qualcosa. I circoli in realtà sono frequentati soprattutto da lettrici e per fortuna alcuni accettano soltanto signore: sono più attente e affidabili, non la gettano in rissa né vanno lì a primeggiare ma hanno una sensibilità superiore che le avvicina al senso intimo di un libro. Proliferino i ginecei letterari! Sarà la lettura collettiva femminile a consentire ai maschi – distratti, inaffidabili, rissosi e vanagloriosi – di non essere tacciati di sessismo quando torneranno al circolo per soli uomini in cui giocare al biliardo, fumare allegramente, addormentarsi in poltrona col boccone nel gozzo, dire cose che non si possono scrivere, non pensarci.

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