Il Tricolore a mezz'asta per il femminicidio e la nostra nazione retorica e vana
Salve, sono il Tricolore e scusate se mi faccio trovare a mezz’asta: mi hanno ammainato in occasione della festa della donna. Leggendo una pagina volante di quotidiano che il vento ha portato fin quassù, ho appreso che l’idea di commemorare le vittime di femminicidio per mezzo del mio abbassamento è venuta alla signora presidentessa della Camera dei Deputati, che nella medesima intervista si lamentava di come da piccole lei e sua sorella fossero costrette a rigovernare mentre i tre fratelli stavano in panciolle.
Essendo un pezzo si stoffa anziché uno psicologo non ho tratto conclusioni affrettate e mi sono lasciato calare con mansuetudine; del resto, sono pieghevole. I guai verranno domani. Quando la signora presidentessa si riaffaccerà per issarmi io opporrò resistenza e a ogni strattone le ricorderò che, anche se sono maschi, gli ostaggi continuano a morire, i ricercatori a essere trucidati, i ventenni a essere a essere sfasciati a martellate, i soldati a essere fatti saltare in aria, i poliziotti a sacrificarsi, i gioiellieri a essere freddati, i bambini a essere falciati per strada, i drogati a bruciare in fretta, gli ex fidanzati a essere sfregiati con l’acido, i separati a gelare dormendo nelle automobili.
M’incaglierò, sbufferò, mi avvinghierò al pennone e non mi farò tirare su a costo di trovare un modo di staccarmi e precipitare al suolo, perché io sono il Tricolore e per me non ci sono italiani morti più italiani o più morti degli altri: io li avvolgo tutti fino al giorno in cui non finirà questa nazione retorica e vana.
Il Foglio sportivo - in corpore sano