Romano Prodi

Che cosa ci dice della famiglia Prodi la lite pretesca su benedizioni e ovetti di Pasqua

Antonio Gurrado
Ovetto o scherzetto? Le colpe dei padri ricadono sui figli e quelle degli zii sui nipoti, ragion per cui innanzitutto ricapitoliamo la genealogia: Mario generò Romano e Vittorio, Vittorio generò Giovanni e Matteo, Matteo da sacerdote volenteroso ingenera equivoci sostenendo il vantaggio di non benedire la gente.

Ovetto o scherzetto? Le colpe dei padri ricadono sui figli e quelle degli zii sui nipoti, ragion per cui innanzitutto ricapitoliamo la genealogia: Mario generò Romano e Vittorio, Vittorio generò Giovanni e Matteo, Matteo da sacerdote volenteroso ingenera equivoci sostenendo il vantaggio di non benedire la gente. Poi, l’etimologia: il cognome Prodi è una corruzione del termine “preti”, come conferma questa disputa teologica che da ambo le parti ha poco di valoroso e molto di pretesco, nel senso deteriore. Il fratello Giovanni, da una scuola di Bologna, vuole che per Pasqua venga impartita agli alunni una “benedizione religiosa” ma solo come “simbolo di pace e fratellanza, per accogliere e non escludere, magari coinvolgendo anche ebrei, musulmani e perfino laici”: più che di acqua benedetta, trattasi di benedizione annacquata.

 

Il fratello Matteo, dalla parrocchia di Ponte Ronca, protesta che “se buttare qualche goccia d’acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene”, quindi propone "di eliminare l’acqua santa, il prete e tutto il resto e di renderla più laica” impartendo degli ovetti, cioè trasformando Pasqua in Halloween. Quando vado a Bologna non abbandono il centro pertanto non so che religione si professi oltre Borgo Panigale, ma dovrebbe essere quella nel cui Vangelo è scritto che “dai loro frutti li riconoscerete”. Dall’albero genealogico dei Prodi oggi cogliamo questa primizia: quando lo zio Romano rivendicò l’autonomia dei cattolici adulti, intendeva quelli cresciuti nutrendosi di cioccolatini.

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