Le università americane pol. corr. schierate contro Trump sono peggio di Trump
Ho perso il conto degli Stati in cui si vota oggi o in cui si è già votato per le primarie americane perché m’interessa di più il novero delle università che si schierano contro Donald Trump in nome del multiculturalismo, del femminismo, di tutto il chiacchiericcio progressista e politicamente corretto che serve a farsi passare per colti in società. Mi aspetto faville dalla Western Washington University, dove qualche tempo fa si giunse alla sospensione delle lezioni nel corso della querelle sulla soppressione della mascotte dell’università: Viktor E. Viking, muscoloso pupazzetto biondo dalla mascella volitiva e dal casco cornuto. Come Trump, la mascotte vichinga è eccessivamente bianca, bionda, maschia, aggressiva e dominatrice.
Adesso gli studenti della WWU tornano alla carica presentando verbose petizioni in cui richiedono che il campus ammetta di star occupando le terre delle tribù Nooksack e Lummi; che vengano istituiti un Comitato per la Trasformazione Sociale, volto a vigilare su ogni tipo di attività dalle implicazioni potenzialmente discriminatorie, e un Collegio del Potere e della Liberazione, che riceva fondi straordinari per esercitare l’attivismo anticoloniale; che vengano aperti dormitori etnici che in teoria dovrebbero servire a preservare le minoranze ma di fatto segregano gli studenti in base al colore della pelle. Alla prossima protesta studentesca anti-Trump ricordatevi che The Donald è uno solo mentre università del genere sfornano laureati a migliaia. Bisognerebbe fare qualcosa per impedire che un giorno possano diventare presidenti.
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