Il "cenone" di Pasqua e Mosè che vale quanto Babbo Natale
Per fortuna sono pigro quindi non vado a Riva Valdobbia, nel vercellese, a controllare se festeggeranno la vigilia di Natale anche di Giovedì Santo. Al Mirtillo Rosso Family Hotel il 24 di ogni mese – non solo dicembre ma anche gennaio febbraio marzo e così via – il programma prevede il tradizionale cenone natalizio, che ciclicamente segna il culmine delle attività di un albergo dove le decorazioni non si smontano mai perché è Natale tutti i giorni. Il sito mostra cuochi col berretto rosso, inservienti vestiti da elfi, distese di abeti onusti di lucine, candele, ghirlande, stelle, palle, neve, renne e camicie a quadrettoni.
In cima a un enorme uovo di Pasqua è stato infilato il cappello di Santa Claus. Si parla di magia del Natale, di colori, di luce e di allegria che può finalmente essere vissuta tutto l’anno. Festeggiare Natale a Pasqua e trasformare l’ultima cena in cenone permanente forse è genio, forse è follia, sicuramente è ignorare le parole con cui Mosè istituì la cena pasquale: “Questo mese sarà per voi il mese più importante”. Se invece un mese vale l’altro allora Mosè può valere Santa Claus, tanto hanno la barba entrambi. È il 24, è Giovedì Santo: il Mirtillo Rosso allestirà il cenone di Natale anche stasera? Magari sì, magari no; non voglio sapere. Per avere una risposta mi sarebbe bastato fare un colpo di telefono, ma per fortuna sono timido.
Il Foglio sportivo - in corpore sano