Il cardina Tarcisio Bertone (foto LaPresse)

Bertone, la terrazza e la ricchezza secondo la Chiesa

Antonio Gurrado
Meno male che i detrattori della Chiesa pauperisti e giustizialisti non hanno gran dimestichezza con gli Atti degli Apostoli, altrimenti userebbero continuamente l’esempio di Anania. Gli esempi antichi e i "problemi" moderni.

Meno male che i detrattori della Chiesa pauperisti e giustizialisti non hanno gran dimestichezza con gli Atti degli Apostoli, altrimenti userebbero continuamente l’esempio di Anania. Questi possedeva un podere e lo vendette per versare il ricavato alla comunità cristiana cui si era appena affiliato; decise però di tenere per sé parte del denaro senza dirlo a San Pietro, che lo fece istantaneamente cadere stecchito per non avere mentito agli uomini ma a Dio. Tre ore più tardi giunse sua moglie Saffira, la quale confermò che il campo era stato venduto allo stesso prezzo dichiarato dal marito; San Pietro fece cascare cadavere ai propri piedi anche lei.

 


Raffaello Sanzio, "Morte di Anania"


 

Era il tempo in cui nelle comunità cristiane nessuno aveva diritto di proprietà ma tutto era versato in casse comuni: non per un ideale egualitario ma perché Gesù aveva promesso che sarebbe tornato presto su una nube. A che pro accumulare ricchezze, se il mondo non sarebbe durato una generazione? Trattenere parte di un guadagno, tanto più nascondendolo a San Pietro, implicava non credere davvero nella promessa di Cristo. Sono poi passati secoli di nubi e non è venuto; la Chiesa allora ha iniziato a pensare sulla lunga scadenza e ha voluto, dovuto accumulare ricchezze che garantissero la propria durata nel mondo e quindi la durata del mondo, che secondo il venerabile Beda cadrà quando cadrà Roma. Pertanto, guardando l’attico del cardinal Bertone, voi vedete un’inchiesta del Vaticano fomentata dalle rivelazioni dell’Espresso; io vedo la garanzia che possiamo campare tranquilli ancora per un bel po’.

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