Trump e le donne. La non-inchiesta del New York Times
Ho letto l'inchiesta-monstre del New York Times che raccoglie decine di delazioni di donne maltrattate da Donald Trump ma poteva bastarmi la prima.
Nel 1990 Rowanne Brewer Lane fa l'indossatrice di costumi da bagno e partecipa a un party in piscina da Trump insieme a un'altra cinquantina di modelle; il tycoon attacca discorso con lei, le rivolge tutte le attenzioni e le fa fare un giro della villa, fino a che non la porta in una stanza e la violenta. No, scusate, la porta in una stanza e la bacia mentre lei si divincola. No, scusate, la porta in una stanza e le propone di mettersi un bikini. Lei non ha alcuna intenzione di fare il bagno, quindi gli risponde che preferisce restare vestita. No, scusate ancora: Rowanne non ha alcuna intenzione di fare il bagno quindi va alla toilette, si cambia, esce col suo corpo formidabile fasciato da un succinto bikini – ed è allora che The Donald la violenta, direte voi. No. È allora che la bacia mentre lei si divincola? Macché. Le salta addosso? La palpa? Indossa piume colorate e tenta di sedurla al modo dei pavoni? Niente di tutto ciò. Lei riappare in bikini, lui la guarda, dice “Wow” e la riporta in piscina. Di lì a poco si fidanzano e oggi Rowanne denuncia tutto alla stampa: con Trump ci si regola accettando i suoi inviti, spillandogli soldi, spassandosela finché regge e poi piagnucolando per il suo degradante maschilismo. Wow.
Se mai diventerà presidente, bisognerà chiedersi quanto avrà influito quest'inchiesta del New York Times, che ha rivelato l'insostenibile violenza delle donne su Donald Trump.
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