Lo specchio elettorale di #MaVoix è figlio del Time
Non sarei così sarcastico con la trovata del partito francese #MaVoix, che per presentarsi alle elezioni suppletive di domenica prossima ha scelto di tappezzare le città con manifesti a specchio: l'elettore si avvicina e, anziché vedere il faccione del candidato, vede se stesso riflesso in un riquadro, sotto la domanda “Chi può rappresentarmi meglio?”. È un escamotage per significare che gli eletti di #MaVoix si limiteranno a eseguire gli ordini ricevuti dai militanti tramite una piattaforma online, senza nemmeno decidere a maggioranza bensì rispecchiando la proporzione; una militante ha spiegato che, se il 70 per cento degli iscritti online è favorevole a una legge mentre il 20 per cento è contrario e il 10 per cento si astiene, allora su dieci deputati vociani presenti in aula sette voteranno sì, due no e uno andrà in bagno.
Si tratta di una forma politica che sembra innovativa ma in realtà, forse inconsapevolmente, trae inevitabili conseguenze dalla scelta operata dieci anni fa dal Time: piazzare in copertina una superficie riflettente per rivelare che la persona dell'anno 2006 eri tu, lettore, complimenti. Se la tua immagine riflessa è stata la persona più importante del mondo – in quanto produttrice autonoma di contenuto su internet e come tale unità di misura di tutte le cose al mondo – allora è anche adeguata a sedere in Parlamento, per quanto temporaneamente incarnata in un corpo altrui, che magari non ti somiglierà molto ma che andrà in bagno tutte le volte che vorrai. Resta da capire cosa accadrà se invece l'eletto sarà uno soltanto e i militanti online si spaccheranno a metà fra favorevoli e contrari.
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