Lytras Nikiforos, "Antigone"

Diritti civili e oltre. Adesso è tutto chiaro: è la legge che crea il desiderio

Antonio Gurrado
Nasce prima Antigone o Creonte? Deduzioni e considerazioni leggendo “Emergenza” di Maurizio Ferraris. Perché le nostre vite individuali sono fortemente condizionate dai documenti, i quali assumono un ruolo modellizzante alla base delle dinamiche sociali.

Nasce prima Antigone o Creonte? Per rifarmi dell'overdose di quotidiani leggo “Emergenza” di Maurizio Ferraris (Einaudi), che in centoventi pagine spiega i rapporti fra ontologia ed epistemologia nel corso degli ultimi tredici miliardi di anni; improvvisamente mi coglie un'illuminazione che mi eleva tredici miliardi di spanne sopra la contingenza delle polemichette politiche. È una sollevante rivoluzione copernicana. Le nostre vite individuali, spiega Ferraris, sono fortemente condizionate dai documenti, i quali assumono un ruolo modellizzante alla base delle dinamiche sociali. Il modo in cui oggi lavoriamo viene determinato dal profilo di manager ideale, ma inesistente, descritto nei manuali aziendali; il modo in cui ieri partivamo per le crociate era deciso dai combattimenti di cui leggevamo nell'Antico Testamento. Allo stesso modo, i sentimenti e la definizione stessa di amore sono “fortemente orientati dalla documentalità”.

 

Ne deduco che nasca prima Creonte: è ciò che proviamo a venire determinato da quel che è scritto nelle leggi, anche se per consolarci ci illudiamo che nasca prima Antigone. Tutte le leggi che si dicono frutto di una battaglia di civiltà – il divorzio, l'aborto, le unioni civili – in verità derivano da un equivoco che le fa credere necessario riconoscimento di un'esigenza popolare, quando invece è la legge che ci consente di compiere un atto a farci sorgere il desiderio di compierlo. Il divorzio, l'aborto, le unioni civili hanno inventato i sentimenti che sostengono di soddisfare. Questo deduco dalle parole di Ferraris, che da professore di filosofia teoretica a Torino può liberamente sottintendere ciò che è meglio nascondere a chi lo legge come corsivista di Repubblica.

 

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