Laura Boldrini (foto LaPresse)

Speriamo che nella Sala delle Donne voluta da Boldrini ci sia anche una finestra per gli uomini

Antonio Gurrado
Speriamo che ci sia anche una finestra. Domani a Montecitorio sarà inaugurata la Sala delle Donne, uno spazio che Laura Boldrini ha appositamente richiesto e progettato sull'esempio del Parlamento svedese.

Speriamo che ci sia anche una finestra. Domani a Montecitorio sarà inaugurata la Sala delle Donne, uno spazio che Laura Boldrini ha appositamente richiesto e progettato sull'esempio del Parlamento svedese. “Ci saranno”, ha spiegato al Corriere, “le foto delle ventuno costituenti, della prima ministra Tina Anselmi, della prima presidente della Camera Nilde Iotti, della prima presidente di Regione Nenna D'Antonio”. E fin qui. Non ci saranno, mi sento di azzardare, le vignette di Guareschi sull'Udi, rinominata Unione Donni Italiani; magari non ci sarà nemmeno, o forse sarà aggiunta in extremis, la foto della prima donna che governa Roma, il prossimo ex sindaco Virginia Raggi.

 

In compenso ci saranno tre specchi, nei quali – secondo il progetto di Laura Boldrini – qualsiasi ragazza passi dalla mostra potrà guardarsi incorniciata e pensare: “Ecco la prima donna presidente del Senato. Ecco la prima donna presidente del Consiglio. Ecco la prima donna presidente della Repubblica”. In quegli stessi specchi, immagino, i visitatori maschi potranno vedere riflessi il primo uomo non eletto per via della doppia preferenza di genere, il primo uomo scartato per le quote rosa, il primo uomo tacciato di concorso esterno in femminicidio perché non accettò di votare femminista. Speriamo che ci sia anche una finestra, con sotto la targhetta: “Da qui si gettò l'ultimo maschio italiano, per scampare al governo delle donne in quanto tali”.

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