Tra cent'anni i maschi fuggiranno su Marte pur di sottrarsi alle quote rosa
Fra cent'anni gli uomini potranno scegliere di andare a vivere su Marte e di usare biotecnologie per adattarsi ad ambienti alieni così da creare una specie post-umana in grado di viaggiare anche oltre il sistema solare, se necessario. Lo assicura Martin Rees, cosmologo e astrofisico britannico, rispondendo al primo di venti quesiti che Scientific American ha posto ad altrettanti luminari; inchiesta di cui Repubblica ha fornito un ottimo bignami. Troveremo forme di vita su Marte, su Europa, su Titano. Scopriremo un pianeta in tutto e per tutto gemello della Terra. Creeremo colonie spaziali capaci di autosostentarsi. Potremo rigenerare o creare dal nulla tutti i tessuti del corpo, cervello compreso. I microchip sostituiranno le cavie animali. Rinvieremo di una decina d'anni gli effetti dell'Alzheimer. La scienza perverrà a una comprensione predittiva della coscienza umana. Nuove tecnologie ci forniranno previsioni personalizzate delle emozioni che proveremo nel fine settimana. Daremo l'allarme in anticipo quando arriverà una catastrofe oggi imprevedibile. Deriveremo ovuli e spermatozoi dalle cellule staminali e ciò renderà obsoleto il sesso come istinto e metodo di riproduzione.
Ma soprattutto, spiega Londa Schienbinger (docente di Storia della scienza all'università di Stanford), fra cent'anni perverremo alla completa parità di genere grazie “a quote rosa per reclutare donne nella scienza e nella tecnologia e a una nuova visione di cosa significhi essere leader”. Se ne deduce che i volontari che sceglieranno di andare a vivere su Marte e di usare biotecnologie per adattarsi ad ambienti alieni così da creare una specie post-umana in grado di viaggiare anche oltre il sistema solare, se necessario, saranno tutti maschi.
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