La differenza tra Tiziana Cantone e Anthony Weiner
E se domani (e sottolineo se) quel simpatico cazzone di Anthony Weiner decidesse di averne avuto abbastanza e si uccidesse? Non accadrà – non dovrebbe mai accadere – ma, nel caso, saremmo costretti ad ammettere che la sua storia non differisce poi tanto da quella orribile della donna napoletana che s'è impiccata per un video zozzo diffuso in ogni dove. Abbiamo deriso Weiner e lo abbiamo additato a simbolo del maschio fedifrago e porco. La nostra reazione ha avuto solo una più vasta scala rispetto a quella cui oggi attribuiamo la responsabilità della morte di Tiziana Cantone: abbiamo esercitato una curiosità morbosa, rivendicato l'anima candida di chi non fa mai porcheriuole e trasformato una trascurabile storiella di corna in scandalo d'interesse planetario.
Pur non avendone particolare vaghezza ci ho messo un attimo a trovare immagini di Weiner nudo, nonché il suo nome e il suo volto associati a infinite offese di natura sessuale o a fotomontaggi che tentavano lepidezze sul suo esibizionismo ingenuo. Dov'è la differenza rispetto alla povera donna che piangiamo oggi? Forse nel fatto che a un personaggio pubblico, per quanto marginale, non concediamo lo stesso rispetto che pretendiamo per noi anonimi. Forse nel fatto che ci governa una doppia morale in cui gli uomini sono sempre colpevoli e le donne sempre vittime. Forse nel fatto che, per accorgerci delle conseguenze di ciò che facciamo, abbiamo prima bisogno che qualcuno muoia.
Il Foglio sportivo - in corpore sano