Amare la Terra e fare bene da mangiare: la nuova religione di padre Enzo Bianchi
Abbiamo una nuova religione: l'ha appena inventata padre Enzo Bianchi in occasione del Salone del Gusto, aperto a Torino fino a lunedì prossimo. Non è una religione rivelata ma si basa su “due convinzioni”: la prima è “una sorta di undicesimo comandamento” che recita “ama la terra come te stesso”; l'altra è che il miglior modo di dimostrare amore a una persona sia farle bene da mangiare. Le parole di padre Bianchi mi fanno improvvisamente accorgere di tutti gli anni gettati portando le fidanzate in ottimi ristoranti, quando anziché pagare a iosa mi sarebbe bastato imbastire una decente omelette; ma, più dell'economia, è la teologia che m'interessa. Mi chiedo se padre Bianchi sia persuaso che la terra sia una divinità: una divinità creatrice (“c'è una relazione vitale tra l'uomo e la natura”), una divinità psichica (“la nostra vita interiore non è estranea alla terra”) e una divinità spietata: “Dio perdona sempre, la terra non perdona mai”.
In particolare ho remore sull'undicesimo comandamento. Non l'aveva già dato Gesù, quando aveva detto: “Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri”? Adesso emerge che il comandamento nuovo non parla di amare né il prossimo né Dio ma la terra; del resto Gesù non scriveva sulla Stampa, quindi è una fonte meno attendibile. A questo comandamento nuovo padre Bianchi aggiunge un corollario: “Ama la terra come te stesso, e la terra ti ricompenserà”: formula più efficace, nei nostri tempi frettolosi, rispetto alla promessa che “grande sarà la vostra ricompensa nei cieli”; rispetto all'ammonimento “pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”.
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