La campagna di Rep. per l'estinzione e i luoghi comuni di chi non fa figli

Antonio Gurrado
Ringrazio Repubblica perché fa campagna in favore dell'estinzione del genere umano ma, quanto meno, la fa in maniera adamantina; così è più facile seguire il ragionamento.

Ringrazio Repubblica perché fa campagna in favore dell'estinzione del genere umano ma, quanto meno, la fa in maniera adamantina; così è più facile seguire il ragionamento. Oggi intervista una coppia trentacinquenne che ha deciso di non avere figli, e gli interpellati puntellano la sterilità volontaria su una costellazione di luoghi comuni e paralogismi. Anzitutto guadagnano duemilacinquecento euro al mese: non è quindi la povertà a non voler figliare bensì il benessere piagnucoloso. Temono di restare disoccupati e lasciare figli poveri: con un posto fisso, probabilmente temerebbero di morire e lasciare figli orfani. Non possono far affidamento sui genitori dopo essere emigrati per studiare, come tutti: evidentemente non ne è valsa la pena, se l'istruzione di massa non ha portato né ricchezza né stabilità né desiderio di riprodursi.

 

Non vogliono rinunciare alle loro camminate: non so voi ma io ho vari amici che dopo la nascita dei figli non sono diventati paralitici, quindi passeggiano in tre o quattro anziché in due. Non vogliono rinunciare ai voli low cost: a riprova del danno psicologico collettivo causato da queste compagnie aeree, che persuadono ad avere diritto allo scialo anche chi si crede pezzente. Non vogliono rinunciare a partire in auto senza meta: cioè non vogliono diventare adulti ma soltanto sprecare benzina. Ritengono che nella vita tutto sia precario tranne il loro amore: dimostrazione che il romanticismo è infanticida, poiché chi è convinto della completezza della coppia non arriva a capire l'utilità di un vincolo che vada oltre il proprio egoismo. Repubblica non m'intervista mai però, se volesse venire a chiedermi perché alla stessa età io non ho figli, risponderei: perché sono cinico, perché non posso mica farli da solo, perché frequento donne troppo laureate, perché temo sia tardi per organizzarsi, perché se li avessi domani dovrei mantenerli fino alla mia vecchiaia, perché l'Italia sta finendo, perché ho letto quella poesia di Philip Larkin che inizia con “Ti fregano subito, mamma e papà” e finisce con “levati dai piedi più in fretta che puoi / e non fare figli tuoi”.

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