Dio, come Pina Fantozzi, vi stima moltissimo
“Ugo, io ti stimo moltissimo”. Si estende l'ombra della dichiarazione fantozziana sul lessico della Ad resurgendum cum Christo, l'istruzione che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato riguardo alla cremazione dei defunti. E dire che invece, in questa pagina in cui gl'ignavi scorgono solo il permesso di incenerire i parenti, si trovano due ottime notizie proclamate a chiare lettere: la prima, che Dio è davvero onnipotente quindi non dobbiamo presumere che il fuoco distruttore possa impedirgli di far risorgere integro il corpo che abbiamo bruciato per mancanza di spazio; la seconda, che nella morte e nella vita permane “l'alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona”, a dispetto di chiunque voglia prendere il nostro corpo e sottrarcelo, annichilircelo, umiliarcelo, decorarcelo, migliorarcelo, uniformarcelo.
Per la Chiesa e per Dio siamo tutti belli così, e meritiamo di essere amati come siamo. Ma allora perché la Ad resurgendum s'incarta dicendo che con la sepoltura si mostra “una maggiore stima verso i defunti”? Perché stima? È scritto proprio così, in tutte le versioni internazionali (esteem, estime, aprecio, wertschätzung): perché stima e non amore? L'amore è prendersi cura di un corpo nel tentativo di raggiungere l'anima; ovunque sia l'anima, nei cieli o sulla terra, ovunque sia il corpo, nella bara o in un letto. Basta cambiare una parolina, offro io le traduzioni: love, amour, amor, liebe.
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