Lo scivolone femminista sul ghiaccio delle strade di Stoccolma
La politiche di genere nuocciono gravemente alla società? Prima di rispondere a casaccio, avanziamo un esempio concreto. Stoccolma è appena stata colpita dalla più intensa nevicata del secolo – trentanove centimetri in due giorni – e la sindaca Karin Wanngard ha applicato una delibera comunale risalente al 2014, tesa a sgomberare le strade evitando la discriminazione delle donne. Le statistiche dimostrano che le signore utilizzano prevalentemente vie pedonali e piste ciclabili? Allora degli spazzaneve femministi sono stati incaricati di sgomberare questo tipo di strade, lasciando paralizzate le arterie principali da cui passano auto, scooter e bus che conducono in luoghi dove si può prendere addirittura il treno o l'aereo: tutti mezzi che, se le statistiche non mentono, vengono utilizzati prevalentemente da maschi i quali, in questo caso, non sono stati avvantaggiati come al solito.
Conosciamo bene la Svezia. È la nazione in cui le femministe hanno aperto un sito su cui denunciare fotograficamente uomini che sui mezzi pubblici occupano più spazio delle donne; in cui un partito con la F rosa nel simbolo ha ottenuto il 3 per cento dei voti; in cui i film vengono reputati maschilisti se non contemplano fra i protagonisti almeno due donne che parlino fra loro senza scambiarsi confidenze su fidanzati o mariti. Finché si tratta di argomenti frivoli come la cinematografia o le elezioni politiche, passi; ma, quando si viene a gente che deve rimandare viaggi, perdere giornate di lavoro o restare intrappolata in ambulanza, la querelle sull'utilità o sul danno delle politiche di genere si fa seria. La storia di Stoccolma dimostra che il femminismo reca danni alla società dal momento in cui prescinde dai fatti per inseguire una petizione di principio; dal momento in cui dimentica come non ci sia cosa più paritaria della neve, che cade allo stesso modo sui maschi e sulle femmine.
Il Foglio sportivo - in corpore sano