Ora abbiamo il mezzo per pianificare la Rivoluzione. Ma è meglio rimandarla al 2018

Antonio Gurrado

L'editore Mimesis ha mandato in libreria l'Agenda Rivoluzionaria, il cui accattivante design futurista vi permette la massima chiarezza nell'appuntare in quale giorno e a quale ora farla

Se nel 2017 non sapete cosa fare, pianificate una rivoluzione. Per il centenario di quella d'ottobre l'editore Mimesis ha mandato in libreria l'Agenda Rivoluzionaria, il cui accattivante design futurista vi permette la massima chiarezza nell'appuntare in quale giorno e a quale ora dovrete ricordarvi di allertare basisti, piazzare ordigni, ghigliottinare nobiluomini e così via. Del resto, se si ambisce a rovesciare le sorti del mondo, è sempre meglio essere organizzati.

 

Questo bel prodotto editoriale, tuttavia, mi vela di tristezza. Un po' perché temo che finisca in mani sbagliate e che alcuni acquirenti dell'agenda, oggi baldanzosi, un domani la utilizzino per appuntare al tale giorno l'appuntamento dal pediatra, al talaltro la cena coi cognati, o il calcetto dell'ufficio, o la scadenza delle imposte catastali. Un po' perché sull'agenda ogni giorno è associato alla ricorrenza di uno specifico evento rivoluzionario del passato: l'affastellamento di 365 episodi che si rincorrono fra i secoli e i continenti, senza mai garantire un progresso lineare a cui far tendere il mondo, lascia presagire che nemmeno l'anno prossimo sarà la volta buona. Se questa rivoluzione bisogna organizzarla per bene, forse è meglio rimandarla al 2018.

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