Una protesta contro Donald Trump a Parigi (foto LaPresse)

L'ira degli anti Trump che si danno alla disobbedienza civile

Antonio Gurrado

Tutte quelle anonime forme di resistenza anti-tycoon ideate dall'America snob

Tanto per cominciare, gli amici del filosofo politico sinistrorso Michael Walzer sono già pronti a dichiararsi musulmani in massa, se mai Trump dovesse istituire un registro di chi segue l'islam negli Stati Uniti. Ma nel numero di Robinson di Repubblica che dedica la copertina a “L'altra metà dell'America”, ossia quella che non ha votato per Donald e che adesso cerca forme innovative di disobbedienza civile, le idee per non arrendersi al tycoon fioccano. Gliela faranno vedere loro. L'anonima curatrice di un importante museo newyorchese pensa di abbandonare il proprio ruolo per fare qualcosa di più concreto ma non meglio specificato. La figlia di Art Spiegelman, grande fumettista autore di “Maus”, e di Françoise Mouly, art director del New Yorker, proprio nel giorno dell'insediamento alla Casa Bianca lancerà una rivista illustrata underground gratuita.

 

Il saggista Mark Greif si spinge oltre: il temerario vorrebbe addirittura che gli comandassero di servire del caviale a Trump per il solo gusto di disobbedire. Adam Gopnik, invece, è fermamente persuaso che “l'unica resistenza possibile contro Trump” sia mettersi a leggere Montaigne; e, quando finisce, plausibilmente leggerlo da capo per quattro anni. Insomma, se qualcuno aveva dubbi sul perché questa metà snob degli States non sia riuscita a prevalere sulla metà naif donaldiana, tali reazioni forniscono una spiegazione più che sufficiente. È la classica ira dell'uomo innamorato di una donna ma respinto, il quale prende allora l'irrevocabile decisione: “Adesso mi chiudo in bagno e mi dedico all'onanismo finché non schiatto, così impara”.

Di più su questi argomenti: