Il quadro di Mussolini a Palazzo Chigi e il busto di Churchill nella sala ovale
Tante polemiche per le scelte di arredo di Gentiloni e Trump. Ma a Westminster nessuno si lamenta della statua di Cromwell
Grandi manovre di arredamento oggi su Repubblica. L'ottimo Alberto Melloni denunzia che una sala di Palazzo Chigi custodisce, fra i ritratti di tutti i capi di governo da Cavour a Gentiloni, anche un bel Mussolini incorniciato. Nella pagina accanto, l'ottimissimo Ian Buruma rivela che una delle prime iniziative di Trump da presidente è stata portarsi nella sala ovale un busto di Churchill, a visibile conferma della special relationship col Regno Unito. Gli oggetti d'arredamento sono il sedimento della nostra memoria, pertanto la loro disposizione ci aiuta a vagliare il nostro rapporto col passato. Buruma s'interroga sull'evenienza che Trump sia consapevole o meno del fatto che Churchill non fosse né populista né xenofobo. Sarà forse il caso di spostare altrove la statua? Melloni si domanda se non ci voglia il gesto anarchico di un passante che spacchi il vetro a Mussolini, o magari il gesto creativo di un artista che lo macchi di sangue. Sarà forse il caso di rimuovere il quadro?
Io invece guardo l'enorme Oliver Cromwell di bronzo piantato dinanzi a Westminster, con la spada in una mano e la Bibbia nell'altra, e mi chiedo: come mai lì nessuno sospetta che i parlamentari possano ignorare l'odio di Cromwell per la monarchia e il suo disprezzo per il Parlamento? Come mai nessuno auspica che un passante tiri giù dal piedistallo il feroce dittatore o che un artista imbratti di sangue lo sterminatore degli irlandesi? Sarà forse che l'Inghilterra è una nazione seria?