Il caso dell'orango su Tinder che riscrive la teoria dell'evoluzione
L'esperimento di un gruppo di etologi su Samboja, una scimmia dello zoo di Apeldoorn, in Olanda
Samboja ha undici anni ed è su Tinder ma, prima di allarmarvi e chiamare la polizia, considerate le attenuanti specifiche. Anzitutto, Samboja è una femmina di orango, e il fatto di essere ancora nubile oltre i dieci l'avvicina pericolosamente all’età sinodale. In secondo luogo, non correte il rischio di imbattervi in Samboja mentre scartabellate fra foto di signorine che più o meno le somigliano: lei vive allo zoo di Apeldoorn, in Olanda, dove un gruppo di etologi le ha approntato un catalogo virtuale di possibili partner fra i quali farle scegliere il preferito. Il progetto si chiama, appunto, “Tinder per oranghi” e si basa sull’illusione che la foto di un bello scimmione tenebroso possa causare in Samboja un’aspettativa che la renda più propensa all’accoppiamento e più fortunata rispetto ai precedenti tentativi con la tradizionale presentazione dal vivo di oranghi scapoli; esattamente come accade a qualsiasi donna che confidi nell’online dating.
“Le emozioni hanno un ruolo chiave nella teoria dell’evoluzione”, ha dichiarato infatti uno degli etologi, e non posso darle torto: pensate al caso di quell’altra femmina di orango che prendeva la pillola perché i suoi guardiani australiani la reputavano “una donna del nuovo millennio, forte e indipendente”. O al macaco indonesiano che una regolare sentenza ha reso titolare dei diritti d’immagine per un selfie che si è scattato accidentalmente. O agli scimpanzé della Guinea che, a furia di essere osservati, si sono dati all’alcol e ora bevono regolarmente dalle sette del mattino. O alla scimmia cappuccino brasiliana che è andata al bar, s’è ubriacata e ha ingaggiato una rissa coltello alla mano. O alla scimpanzé nordcoreana che fuma un pacchetto di sigarette al giorno. O a quel giudice di New York (scimmione in senso lato) che ha riconosciuto pieni diritti umani a due scimpanzé (scimmioni in senso stretto). Tutti questi casi di primati su cui abbiamo proiettato le nostre emozioni – rendendoli romantici e tabagisti, sbevazzatori e nevrotici, creativi e farmaceutici – provano inoppugnabilmente che la scimmia discende dall’uomo.